Anche tu citizen scientist

I sensori degli smartphone potrebbero rifornire di dati importanti per la gestione del territorio e la prevenzione delle catastrofi: lo legge Ibm nella sua palla di vetro, insieme ad altri quattro trend inarrestabili.

Anche quest’anno Big Blue ha rilasciato le sue cinque previsioni tecnologiche per i cinque anni a venire, riassunte nell’annuale ricerca “Next five in five”, svolta su scala mondiale attraverso interviste a migliaia di ricercatori.

Le aree nelle quali è prevista una forte esplosione -in senso metaforicamente positivo- sono le batterie ad aria, i problemi del pendolarismo, internet 3D, il riscaldamento domestico dai data center e soprattutto l’applicazione del social networking ai cellulari.

La ricerca di popolarità tramite titoli accattivanti può portare a sottovalutare gli argomenti presentati.
Ad esempio, parlando di batterie i materiali sempre nuovi sono in costante evoluzione e le espressioni colorite usate nel rapporto non sempre aiutano ad inquadrare la tecnologia proposta: transistor a consumo ridotto potrebbero essere alimentati dagli elettroni condensati in particolari metalli (è qui la tecnologia) e rilasciati attraverso l’aria. Restando al fattore energetico, il calore generato dai data center potrebbe riscaldare acqua da usare nelle abitazioni circostanti.

Particolarmente interessante sembra però la predizione che unisce il machine to machine ai social smartphone: l’aumento dei sensori nei dispositivi tascabili che miliardi di persone portano in tasca potrebbe permettere l’acquisizione di dati sensibili a prevenire le catastrofi o più semplicemente ad organizzare azioni in caso di problemi.
In quest’ottica ciascuno di noi potrebbe essere un “citizen scientist”, in realtà un ricercatore urbano ovviamente di tipo passivo: ovviamente il massimo risultato ipotizzabile sarebbe subito dopo un eventuale disastro, per esempio nel tempo tra un terremoto e un possibile tsunami, ma si tratterebbe comunque di un risultato grandioso.

Curiosamente è questo il quinto anno nel quale esiste l’indagine ed online sono disponibili resoconti sulla prima edizione, nata nel 2006 ma resa pubblica nel 2007.

Secondo The Nation le cinque previsioni dell’epoca, che oggi dovremmo avere negli occhi e nelle mani, erano i cellulari che leggono la mente, le tecnologie risolvono l’inquinamento, sanità a distanza, traduzione automatica in tempo reale e, sempre più curiosamente, internet 3D.

Tornando all’edizione 2010 della ricerca, è molto bella la pagina dedicata, con video di presentazione e i link ad approfondimenti per ciascuno dei futuri anticipati nel 2010.

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