Acquisizioni e spin-off mascherano i bilanci e provano a nascondere la mancanza di idee innovative. Alla ricerca del next big biz.
Una serie di recenti avvenimenti sta rilanciando il mondo dei chip e trascina verso qualche riflessione. Ancorché con una fortissima crescita per il 2010, il mercato è comunque stanco e se trova un pendìo non corre, ma si trascina. Vediamo alcuni fatti.
Dalle acquisizioni…
Parlando di aziende, l’ultima in ordine di tempo è l’acquisizione della divisione wireless di Infineon, un colpo molto interessante del quale 01Net ha prontamente riferito, come delle altre acquisizioni recenti, più o meno connesse al settore mobile.
Sarebbe interessante sapere quanto queste acquisizioni seguano una strategia e per quanta parte invece siano motivate da azioni puramente finanziarie. Intel ha storicamente balbettato sul mercato non collegato all’architettura PC, siano portatili, desktop o server, e anche se l’attuale management alto viene dal settore mobile e dovette vincere la sua battaglia con i diretti predecessori (fu Pentium 4 contro Core), quel mobile non è l’odierno.
Al momento però i microprocessori sembrano aver perso la spinta architetturale interna ed operano sempre più nel mondo delle periferiche, inglobando nuovi gizmos ed integrando le funzionalità su sempre meno chip: al momento la spinta forte è sulle Gpu da far coesistere sulla stessa piastrina delle Cpu, delle cache e di molti altri dispositivi.
…agli spin-off
Minore innovazione rilancia l’importanza del settore industriale in sé, un punto di vista che -in mancanza di innovazione e genialità- diventa preminente. Non sarà sfuggita la prima conferenza di GlobalFoundries, lo spin-off produttivo di Amd. La mamma adottiva degli Athlon (acquistati insieme alla vera mamma, la NexGen) sta cercando di riguadagnare tempo ma di fatto è sempre in leggero ritardo sui suoi piani sia desktop sia tascabili, che già sono leggermente indietro quelli degli altri. Le grandi novità e l’opportuno confronto ci sarà al prossimo Intel Development Forum, che avrà luogo come al solito a San Francisco in settembre, quest’anno tra il 13 e il 15.
E’ estremamente probabile che anche Qualcomm, altro nome in forte crescita anno su anno, faccia i suoi annunci a breve distanza dall’Idf. Questa azienda ha saltato l’epopea dei PC e quindi rappresenta un elemento interessante per valutare cosa succederà di qui a breve nella nuova frammentazione del mercato spinta da Apple.
Vendite reali o speranze?
Comunque la si guardi, l’anima dei chip d’oggi sembra però restare sempre la stessa e questo potrebbe essere un vero problema per l’intero settore. Di fatto è un freno all’innovazione reale, che a sua volta penalizza la locomotiva statunitense, come peraltro ha detto in settimana Andy Grove, il vero genio organizzativo che ha dato corpo duraturo alla genialità progettuale di Robert Noyce nella lunga costruzione della Intel: gli interessati possono leggere le deduzioni di Dario Colombo sull’argomento.
Non traggano in inganno neanche i dati sulle vendite di PC, perché la situazione a oltre le cifre del trimestre o dell’anno e anche complessivamente, uscendo dall’hardware in sé. Fare scorte di chip potrebbe portare, in caso di fallimento, a grossi problemi dell’intero comparto.
Il dubbio insomma è che si stia assistendo più ad un gioco al ribasso, che passa per una proliferazione di dispositivi in offerta, che non ad un vero e proprio aumento delle vendite. E se dalle idee si passa alla produzione, il Vecchio Mondo (Europa, Nord America e Giappone) potrebbe non essere il posto più adatto: esistono molti posti dove non mancano solo le leggi 626.





