Motorola, secondo produttore mondiale di telefoni cellulari dopo la finlandese Nokia, licenzia 4mila persone: il totale dei dipendenti lasciati a casa da dicembre scorso passa così a 22mila, il 15% della forza-lavoro. L’azienda, per voce del pre …
Motorola, secondo produttore mondiale di telefoni cellulari dopo la
finlandese Nokia, licenzia 4mila persone: il totale dei dipendenti
lasciati a casa da dicembre scorso passa così a 22mila, il 15% della
forza-lavoro. L’azienda, per voce del presidente del settore reti,
Edward D. Breen, non esclude ulteriori tagli, sostenendo che i
provvedimenti sono necessari al fine di mantenere la competitività in
un mercato in rallentamento. La divisione reti, costituita nello
scorso gennaio per soddisfare il mercato della banda larga e del
wireless, è stata la più colpita dai provvedimenti. A New York le
azioni Motorola sono salite a 15.99 dollari con un aumento di 31
centesimi, risultato ben lontano dal massimo annuale di 56,25
dollari. La direzione aziendale accusa la situazione economica, ma
gli analisti sostengono che Motorola ha sicuramente pesanti
responsabilità: "Sembra che alla Motorola siano meno efficienti
che la concorrenza", dichiara Paul Sagawa di Sanford C.
Bernstein. Per Tedd Bernier di Morningstar le aziende che licenziano
"sono come un branco di pecore: mancano di creatività e quando il
mercato non tira lasciano la gente a casa; quando le cose andranno
meglio si accorgeranno di avere speso somme enormi in liquidazioni, e
dovranno riassumere il personale". Da parte sua, Motorola non ha
voluto specificare le aree interessate dai tagli, comunicando che i
licenziamenti interesseranno tutte le sedi nel mondo. Dopo le
riduzioni il numero di dipendenti si attesterà sui 147.000. Una
decina d’anni or sono, Motorola produceva più della metà dei telefoni
cellulari venduti nel mondo; nell’ultimo trimestre 2000 la
percentuale era scesa al 13% a fronte del 34% fatto registrare da
Nokia.





