Il cloud e il Sistema Metrico Aziendale

Alcuni articoli pubblicati su 01Net negli ultimi tempi confermano un andamento evidente: siamo in un periodo di transizione nel quale metriche vecchie e nuove divergono. Tutte, non solo alcune.

Negli ultimi tempi accade un fatto strano: sia chi investe in cloud, sia chi in cloud non investe, è convinto di fare la scelta economicamente più vantaggiosa. Com’è possibile? Una risposta semplice sembra esserci: l’innovazione modifica la struttura e con essa le metriche.

Con il cloud si risparmia
Per il 44% delle piccole aziende che non lo adottano, il costo del cloud è il motivo principale del rifiuto di adottarlo: Allo stesso tempo, chi l’ha implementato l’ha fatto per risparmiare e per lo più dichiara di aver avuto un ritorno dall’investimento (ma attenzione all’uso di questo termine) in 12 mesi, e una percentuale non esigua anche in soli 6 mesi.
E’ questo uno dei punti si uno studio condotto in primavera da Redshift Research e promosso da Gfi Software presso le Pmi.
Una conferma a livello italiano giunge dal Politecnico di Milano, che recentemente ha misurato la propensione a investire delle Pmi italiane nel Saas. La scoperta è che la percentuale di chi ha già fatto investimenti è molto bassa (3%) e che le ragioni della prudenza sono legate alla percezione di scarsa maturità dell’offerta e a dubbi sulla sicurezza.
Redshift non conferma l’ultimo punto (la sicurezza è un problema per il 12%) ma individua una causa: Il 64% dei decision maker aziendali non capisce il termine cloud computing, ma per l’85% dichiara di conoscere managed services e hosted services, termini ampiamente sovrapponibili alla nuvola. Certo è che chi non capisce non compra, e poiché l’86% delle medie aziende (max 250 addetti) hanno aderito al nuovo paradigma o stanno per farlo, invertendo il paradigma sono i piccoli a non capire cos’è il cloud e quali vantaggi economici possa portare.
Eppure che Saas, virtualizzazione, private cloud, public cloud e anche cloud 2 facciano risparmiare è dato per scontato, al prezzo di altri costi e problemi in parte ancora da identificare. Recentemente Marc Benioff ha suggerito un risparmio sull’infrastruttura particolarmente alto: da 100 mila a 3 mila server per i Crm dei 77 mila clienti della sua Salesforce.
Proprio questa azienda ritiene che ci sia un problema di scarsità d’informazione. “Occorre comunicare questi vantaggi specie alle piccole e medie aziende, che sono i principali beneficiari dei benefici del modello cloud”, ha detto Xabier Ormazabal, senior manager product marketing di Salesforce.

Competitività ed innovazione
Già qualche mese fa era stata sottolineata la necessità di partire dal cloud computing per diffondere una cultura della tecnologia come motore della competitività e della ripresa.
Secondo una ricerca condotta dal Comitato Scientifico del Cloud (R)evolution, tra l’altro, il 70% delle aziende vede nel cloud una leva fondamentale per l’innovazione: il 35% assegnandogli un ruolo centrale per la creazione di servizi innovativi, il 23% per l’innovazione tecnologica e il 12% per l’innovazione di processo. Ed ecco il punto nevralgico, che spiega come mai metriche diverse diano lo stesso risultato anche in presenza di comportamenti diversi: la chiave è nella ristrutturazione dei processi e nel ripensamento delle responsabilità.

Ict per la governante
“Da centro di costo, l’It sta gradatamente riassumendo un ruolo strategico fortemente connesso agli obiettivi di business dell’azienda”, ha spiegato Enrico Brunero, Responsabile della Line of business Data Centre di Dimension Data; “nel contempo, sotto la spinta di nuove architetture in fase di maturazione, sta cambiando le proprie caratteristiche”.
A questo punto il busilliss passa dalla convenienza alla decisione. “La valutazione di business della economicità di un datacenter non spetta solo a chi gestisce l’It ma ai vertici aziendali”, conclude Brunero, “e potenzialmente i costi dell’It dovrebbero progressivamente evolvere da Capex ad Opex”.
Gli interlocutori primari sono i responsabili della spesa complessiva dell’azienda a fianco delle diverse figure professionali titolari della gestione dell’infrastruttura.
Sostanzialmente questa è la stessa conclusione alla quale si giunge affrontando l’innovazione dal punto di vista della sicurezza, come avevamo annotato qualche giorno fa.
In sintesi, è l’innovazione che chiede un cambiamento dei processi, dell’organigramma e delle metriche di distanza tra obiettivi e risultati.
Nihil sub sole novi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome