Ma il calcio è contro le reti?

Internet che guarda al Sud Africa potrebbe decretare la fine della supremazia del telecomando.

Da qualche anno a questa parte, all’approssimarsi di un evento sportivo-mediatico di portata planetaria, giungono puntualmente le segnalazioni di aziende tecnologiche che mettono in guardia dagli abusi della rete aziendale che gli utenti potrebbero causare per seguirlo.

Ora è la volta dei campionati mondiali di calcio 2010 che si svolgeranno a giugno in Sud Africa e che, a detta degli esperti, avranno una inusitata copertura a livello mondiale, fra siti Web di emittenti televisive che daranno le partite in streaming video e l’immancabile YouTube.

Prima ad arrivare sul tema è stata Blue Coat, che con una nota sottolinea che gli It manager dovranno prepararsi ad affrontare un picco di richieste di accesso che avrà impatto su reti e gateway Ip, con conseguente calo potenziale delle prestazioni di infrastrutture e applicazioni, oltre che della produttività dei dipendenti.
Blue Coat suggerisce anche una soluzione, che non è tanto quella della censura (ossia del blocco dei protocolli), ma di tenere un atteggiamento flessibile e sensibile, capace di assecondare le richieste e al tempo stesso di minimizzare la possibilità di interruzioni. Lo si può fare, in breve, utilizzando dispositivi di ottimizzazione della larghezza di banda, come le appliance capaci di suddividere gli stream.

Al netto dei consigli tecnologici e delle contromisure che le aziende potranno prendere, rimane aperta una considerazione: la Tv per come l’abbiamo conosciuta sinora non c’è già più. E forse non è un male.

La possibilità di accedere alla visione di un evento che offre il Web, se da un lato può essere fonte di inceppi nella normale attività quotidiana, dall’altro la fluidifica e rende attuale l’inusuale.
Ne consegue che il telecomando perde di peso, mentre aumenta quello dell’Ip. E passati i mondiali forse sedimenterà un moto di “emancipazione dal tasto”, che potrebbe svuotare di significato le diatribe sulle posizioni di preminenza che oggi hanno un peso forse eccessivo.

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