Bull in frenata, ma non in Italia

L’azienda transalpina ha chiuso il 2000 con un calo del 2,3% nel fatturato e una perdita di 243 milioni di euro. A livello locale, invece, tornano gli utili dopo cinque anni di rosso.

Bull ha chiuso l’esercizio 2000 con una riduzione delle perdite (243
milioni di euro, contro i 288 dell’anno precedente), ma anche con un
calo del 2,3% nel fatturato, attestatosi a 3,244 miliardi di euro.
Dopo la cessione di alcuni rami di business giudicati non strategici,
l’azienda transalpina si è focalizzata sui settori della consulenza e
servizi architetturali e della vendita di sistemi aperti. Il primo
gruppo di attività (1,7 miliardi di euro nel 2000) è stato raccolto
nella divisione Integris, che dovrebbe essere resa indipendente entro
qualche settimana. L’entità impiega 10mila persone (sulle 18mila
totali) e si occupa di consulenza integrativa (40% del totale),
manutenzione (20%), gestione di infrastrutture (20%),
telecomunicazioni (11%) ed e-business (9%). Bull Infrastructure &
Systems, invece, ha ereditato il business dei server, che vengono
venduti generalmente in combinazione con tecnologie Internet (Crm,
Trustway Appliances per la sicurezza, e-procurement e application
server).
La parola d’ordine operativa per la società oggi è economia. Già
alcuni risultati sono stati raggiunti, con tagli del 12% nella
ricerca & sviluppo e del 10% nell’organico. Ma il più recente piano
di riorganizzazione ha un’estensione fino al 2003.
Meglio vanno le cose a livello locale, visto che Bull Italia ha
chiuso l’esercizio 2000 con il ritorno all’utile operativo, pari a
0,5 milioni di eEuro, dopo cinque anni di perdite a livello
operativo, che nel 1998 avevano raggiunto un massimo negativo di 30
milioni di Euro. L’azienda attribuisce i risultati all’attuazione
integrale del piano turnaround su base triennale intrapreso nel 1998
e anche qui passato per un certo sfoltimento delle attività. Il
fatturato dell’esercizio 2000 è, per converso, calato a 218,7 milioni
di euro, rispetto ai 251,9 milioni del 1999 ed ai 269,3 del 1998. La
frenata è imputabile, secondo il management, all’uscita dai settori
non core quali pc, sanità e Pubblica amministrazione locale. Anche in
Italia l’azienda si è riorganizzata con le due strutture indipendenti
Integris e Bull Infrastructure & Systems.

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