Iab Forum: è polemica fra Internet e la politica

L’intervento di Carlo Poss di Fcp-Assointernet raccoglie il consenso della platea. “Solo noi facciamo in Tv una campagna per il turismo”

Se Smau è stato disertato dai due ministri invitati (Brunetta e Brambilla) non è andata meglio allo Iab Forum. Lasciando da parte la comprensibile assenza di Silvio Berlusconi (invitarlo non costa nulla, ma non si può pretendere) per il terzo anno di seguito Paolo Romani, viceministro per lo Sviluppo economico, ha dato buca.

E se l’anno scorso al posto dell’annunciata intervista in video conferenza, a sorpresa, è arrivato un video dove Romani spiegava quanto di buono aveva già fatto il governo, quest’anno accanto alle poche righe inviate dal Premier (un generico messaggio adatto a qualsiasi manifestazione) si sono affiancate quelle del viceministro il quale affermato come Iab forum e il mondo che rappresenta ben si inseriscono nell’attiva opera di innovazione portata avanti dal governo.


I tiepidi applausi che hanno accolto i due messaggi non sono però da interpretare tanto come la presenza di una platea particolarmente avversa alla compagine governativa, quanto dal forte scollamento che esiste fra chi si occupa di tecnologia e la politica in generale. Mettete Bersani al posto di Berlusconi e poco cambia.


Se ce ne fosse bisogno la conferma del distacco è arrivata durante la tavola rotonda moderata da Riccardo Luna, direttore di Wired. Poteva essere una delle discussioni senza storia e in effetti lo è stata fino a quando non è intervenuto Carlo Poss di Fcp-Assointernet che ha impresso una svolta alla discussione. Rivolgendosi soprattutto a Bruno Dapei, presidente del consiglio provinciale della provincia di Milano che aveva l’ingrato compito di difendere l’operato dell’esecutivo, Poss ha elencato una serie di cose da fare, praticamente a costo zero che rappresenterebbero un segno di svolta importante per quanto riguarda l’attenzione del mondo della politica verso le nuove tecnologie.


“Fino ad ora ho sentito solo parole – ha affermato Poss con tono gelido –. La realtà è che ci vorrebbe un’Iva al 4% per gli investimenti pubblicitari su Internet, investimenti pubblicitari della Pubblica amministrazione anche su Internet, campagne istituzionali per l’ecommerce o incentivi per la navigazione”. E ancora, visto che si era parlato dell’assenza di Romani, Poss ha spiegato che avere un appuntamento a Roma è impossibile. “E Berlusconi è ovvio che non capisce o non sa di che cosa si sta parlando”.

E fra gli applausi ha concluso: “Abbiamo speso 10-12 milioni per una campagna televisiva europea del ministero del Turismo. Siamo l’unico paese al mondo che pensa che il turismo sia ancora in televisione”.


La palla è passata poi a Layla Pavone che ha ricordato come Iab Italia abbia dovuto ingaggiare una società di lobbyng per avere accesso a Roma alle sedi istituzionali. Senza non ci si riusciva. E quando i rappresentanti del mondo Internet si sono trovati a partecipare a qualche mitica riunione ha dovuto registrare lo stupore di qualcuno. “Ma veramente in Italia 23 milioni di persone vanno su Internet?”.


Forse Romani continuerà a non venire allo Iab forum.

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