Missione e quotidianità al tempo della crisi, con budget che calano quasi del 15%: studio europeo e pareri italiani.
Se una crisi comincia come una valanga, sorprende quando arriva. L’importante, però, è non farsi sorprendere quando finisce e preparare l’uscita dal tunnel. La metafora è di Csc, che ha patrocinato un’indagine sul lavoro del Chief information officer del prossimo futuro “Barometro Cio 2009 – L’orizzonte oltre la crisi”, presentata a Milano e commentata da un panel di Cio.
Alcune considerazioni fanno da cornice allo studio: siamo ormai nell’era di un Crm che ha a che fare con clienti “smart”, e le aziende non possono permettersi di farsi superare in modernizzazione dagli utenti, bensì devono anticiparne le preferenze. Ovvero, devono sfruttare il Web ed essere consapevoli che i social network sono ormai parte del business. Come risultato, le informazioni utili saranno sempre meno nei database classici e più in altri ambienti. In ciò, il Web semantico e il cloud, abbinati, determineranno la nuova innovazione.
Lo studio, condotto su 100 Chief information officer europei di aziende operanti in tutti i settori ha evidenziato per il Cio un ruolo evoluto in tutte le componenti: è un manager che catalizza il cambiamento, frenato da budget in contrazione, da complessità applicativa e da eccessive richieste interne, e che vive le sfide dell’ottimizzazione processuale, della razionalizzazione informativa, della sicurezza e dell’innovazione.
«Di tutto e di più», come ha osservato Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori Ict & Management della School of management del Politecnico di Milano, presentando le risultanze dello studio, che tratteggia un Cio «supereroe», verso cui tutti in azienda riversano continuamente richieste di efficienza ed efficacia, ma che deve fare i conti con un budget in diminuzione.
Il miglioramento delle performance, allora, il Cio europeo lo vuol perseguire con le competenze interne, e cerca una migliore relazione con il management, dalle funzioni operative a salire fino al top. Per crescere, punta a investire in integrazione dei sistemi, Web, Soa e virtualizzazione.
Basandosi sui risultati dell’indagine, l’Ad di Netconsulting, Giancarlo Capitani, ha osservato che per capire il momento di cambiamento in cui opera il Cio si ha bisogno di un’osservazione continua, filmica, più che una fotografia, dato che le aziende sono in costante movimento per adattarsi al mercato e chi propone l’It come veicolo di innovazione ha a disposizione meno risorse.
Commentando la situazione, il Direttore centrale dei sistemi informativi del Gruppo Ferrovie dello Stato, Alessandro Musumeci, ha puntato l’attenzione sull’opportunità che l’attuale crisi presenta per ottimizzare spesa e lavori: «stiamo spendendo meno, ma meglio, più per i clienti che non per i sistemi che non portano valore».
La situazione economica è foriera di ottimizzazione anche per Federico Alker, Direttore Finanza Pubblica di Consip, che ha sottolineato come il taglio dei capitoli di spesa abbia indirizzato l’It del settore pubblico verso la pratica virtuosa del riuso degli elementi, in passato sempre scartata.
Per Massimo Piana, Cio di Gruppo Fondiaria Sai, invece, oggi «l’elemento critico non è tanto la crisi, quanto le leve che le aziende danno al Cio per rispondervi. Importante, allora, è poter lavorare sull’innovazione di processo».
Per Laura Malfatto, Responsabile It e organizzazione di Miroglio Tessile, rivelando come la sua struttura nell’ultimo periodo abbia fatto da collante dei processi aziendali e si sia di fatto posta nel ruolo di garante d’azienda, ha osservato che forse oggi sono cambiate anche le job description dei Cio.
Il Cio di Eni, Gianluigi Castelli, allora, ha sollecitato a puntare sulla definizione delle priorità su una scala temporale divisa in tre macro settori (lungo, medio e breve periodo) proprio per dar modo al management di poter cogliere nell’immediato i risultati cercati e per restituire al Cio quel ruolo di “programmatore” del futuro che gli è proprio.
È poi emerso che per tutti il 2009 ha fatto registrare una sostanziale riduzione del budget disponibile per la spesa It, con percentuali che oscillano fra il 10 e il 15% rispetto all’anno precedente.





