Emc – Tre livelli: modello, cloud, estensione. Nuova filiera per il Roi

Stefano Galoppini, alliance manager

Da un punto di vista globale, la virtualizzazione, pur avendo fatto passi in avanti, è ancora in fase iniziale. Un quarto di secolo fa, quella sul mainframe era una risposta a un problema di scarsità di risorse o, se vogliamo, di elevato costo delle risorse stesse. I Mips costavano molto e la virtualizzazione era un’ottima soluzione per ottimizzare la distribuzione delle risorse soprattutto tra ambienti di sviluppo e ambienti di produzione. Negli ultimi cinque anni, è divenuta, invece, una risposta alla considerazione che le risorse di “computing power” erano e sono sovrabbondanti, perché oggi il problema più sentito è quello dei costi energetici, di spazio, di gestione. La virtualizzazione dei server è stata, dunque, una risposta a un modello divenuto obsoleto, quello dei silos all’insegna di “un’applicazione, un server”. Ormai i server virtuali stanno per superare quelli fisici e la tendenza sarà sempre più questa.

Lo scenario attuale indica tre diversi livelli per approcciare le tematiche della virtualizzazione. Il primo è quello della messa a punto di un modello infrastrutturale e operativo coerente con la fase “fisica” della virtualizzazione dei server. Creare un pool di risorse elaborative consente di ottenere vantaggi, ma affinché siano reali sono necessarie altre misure: un ambiente storage consolidato, con relative procedure di sicurezza, ridondanza, disaster recovery.

Il secondo è quello di una virtualizzazione estesa, che se oggi coinvolge i server, in misura più estesa riguarda anche storage, networking e desktop. I sistemi informativi sono dinamici e devono gestire applicazioni più o meno critiche. In altre parole, la sommatoria di applicazioni e di dati di importanza variabile nel tempo dà luogo a una matrice con diversi livelli di priorità. Virtualizzazione e automazione dello storage sono due facce della stessa medaglia. Dobbiamo essere in grado, sulla base di policy definite e quindi di compliance a principi aziendali, di spostare i dati verso livelli più o meno alti o bassi in funzione dell’applicazione; avere, in sostanza, non solo un pool di risorse elaborative, ma un pool logico di risorse di archiviazione. Questo comporta anche delle esigenze di ulteriore ottimizzazione per migliorare il rapporto costo-servizio.

Il terzo livello è quello del cloud. La premessa è di poter contare su caratteristiche di ampiezza di banda e di latenza che siano alla portata delle richieste applicative. Se consideriamo quanto in questi anni sia sceso il costo per Megabit/s è evidente che la soglia di convenienza si è spostata, ma in prospettiva, di fronte all’incremento di alcuni ordini di dimensioni della quantità di dati che devono essere spostati e protetti, diverranno strategiche anche le soluzioni che consentiranno di ridurre il traffico generato in rete. Realisticamente, ci vorrà del tempo perché questo disegno possa definirsi completato: in funzione del tipo di applicazione, delle necessità di business e del grado di infrastrutturazione dell’azienda, ci saranno soluzioni più o meno mature. Nella prevalenza dei casi, le aziende tenderanno in una prima fase a mantenere al proprio interno le applicazioni che considerano più critiche, o almeno più facilmente governabili e affrontabili con risorse e know-how propri.

Questo scenario ci riporta a una considerazione di base: non bastano le tecnologie. Di fronte a una transizione di tal genere occorre accompagnare le aziende con l’adeguato livello di servizi, di guida alle best practice, di consulenza, cercando di individuare dove ottenere i benefici più rapidi e i rischi minori. Alla luce di queste prospettive, risulterebbe improbabile una valutazione a priori di tempi di payback e di indici di ritorno dell’investimento, poiché molto dipenderà dall’applicazione e i primi passi saranno comunque propedeutici a quelli successivi. Una nuova filiera si dovrà ricomporre, con la partecipazione di utenti, content e application provider, fornitori di infrastrutture, consulenti, per creare nuove roadmap, differenziate caso per caso e legate alle esigenze del business. Per questo, il panorama del settore è destinato a cambiare ancora.

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