Il mercato elettronico di Unicredito lancia un’offerta con i primi due mesi gratuiti fino a luglio
Sono una delle possibilità che l’avvento di Internet ha aperto le aziende.
Piazzare i propri prodotti o cercare nuovi fornitori presso una platea molto più
vasta di quella permessa fino a qualche tempo fa. I marketplace però fino a oggi
hanno raccolto le adesioni soprattutto nelle grande imprese, mentre le piccole e
medie sono rimaste ai margini di un meccanismo forse complicato ma
soprattutto troppo costoso. Ora però anche i mercati elettronici si
aprono al vasto mondo delle Pmi con l’iniziativa di 1city.biz, il mercato
digitale di i-Faber (gruppo Unicredito) che ha lanciato un’offerta per le
piccole e medie aziende.
“Fino a oggi in circolazione non c’era un prodotto adeguato – spiega Davide Gibellini, responsabile sviluppo clienti di i-Faber – per quanto riguarda costo e servizio”. Per questo la società del gruppo Unicredito ha aperto il suo
marketplace anche alle aziende di minori dimensioni manovrando sulla semplicità
di utilizzo e su un prezzo abbordabile. 490 euro al mese per un
abbonamento di 12 mesi è la tariffa che comprende anche quattro eventi negoziali
e un set di servizi che vanno dal capitolato di fornitura (che spesso
le Pmi non hanno) all’opera di un consulente che organizza la gara e la lancia
indirizzando la richiesta ai fornitori più adatti.
Fino a oggi tre società hanno aderito all’offerta
(che prevede due mesi gratuiti fino al 30 luglio) e un’altra decina è in fase
avanzata di trattative. Il risparmio, secondo Gibellini, è uno degli elementi
fondamentali per le aziende. Partendo dal presupposto che si facciano quattro
transazioni del valore totale di duecentomila euro, l’impresa può ottenere
risparmi negli acquisti per almeno ventimila euro che equivalgono al 10%
che è la media della riduzione dei costi di acquisto da parte di chi opera sul
mercato elettronico di i-Faber.
“Questa è però l’ipotesi – sottolinea Gibellini – visto he di solito gli importi delle agre sono più importanti”.
Il risparmio sta nel meccanismo competitivo scatenato dall’asta. L’azienda specifica la sua richiesta e dall’altra parte del monitor nel giro di 40-45 minuti piovono anche trenta-quaranta rilanci. “Alla fine è l’azienda a decidere chi si aggiudica la
gara”, spiega Gibellini. L’impresa infatti oltre a non avere l’obbligo di
assegnare a qualcuno la gara può anche scegliere anche l’offerta che non
corrisponde al prezzo più basso.





