L’importanza del test del dominio: come difendersi da spoofing e attacchi email

Persona che utilizza uno smartphone mentre compare un’icona di allerta malware su un’email, simbolo dei rischi legati al phishing e alla necessità del test del dominio per proteggere l’identità digitale aziendale

Per il management IT la sorveglianza e il test del dominio devono spostarsi dall’esser un approccio reattivo a una strategia di intelligence proattiva.

Vale pena ricordare che il dominio è la denominazione che consente l’identificazione di un’organizzazione su Internet. Esso costituisce l’indirizzo attraverso cui utenti, clienti e partner accedono al sito web e ai servizi digitali dell’azienda, e viene impiegato anche quale base degli indirizzi di posta elettronica istituzionali.

Per un’azienda, infatti, il nome a dominio non è solo un indirizzo tecnico, ma l’equivalente digitale della brand reputation e dell’identità legale. È l’asset che genera fiducia e garantisce l’autenticità delle comunicazioni.

Nel panorama delle minacce, in cui gli attacchi di social engineering (phishing in primis) sono il vettore di accesso principale, il dominio è diventato il bersaglio esogeno preferito dai criminali.

Il loro obiettivo non è violare il server aziendale, ma impersonare l’azienda per ingannare clienti, partner o, peggio, dipendenti, ottenendo l’accesso a informazioni o risorse critiche.

Perché è importante il test del dominio: difendersi da phishing e spoofing

La falsificazione dell’identità di dominio è la base per la maggior parte degli attacchi al fattore umano. Sebbene il phishing sia il vettore di attacco più comune, i criminali non si limitano a inviare e-mail generiche.

L’attaccante registra domini quasi identici (domain squatting), capitalizzando sulla distrazione o sull’urgenza percepita dal dipendente. Questi furti di credenziali alimentano il mercato nero del dark Web, dove le informazioni sono scambiate e riutilizzate per nuove frodi.

Inoltre, attacchi sofisticati come il Business E-mail Compromise (BEC) sfruttano la falsificazione del mittente (spoofing) per frodi finanziarie o per estorcere dati sensibili. Questi attacchi fanno apparire l’e-mail come proveniente da un dominio aziendale legittimo.

Per contrastare lo spoofing, protocolli di autenticazione e-mail come DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting and Conformance) sono fondamentali, ma richiedono una configurazione e un monitoraggio attenti.

L’inganno non è limitato alla posta elettronica: il vishing (Phishing Vocale) e lo smishing (via SMS) sono in aumento e sfruttano la manipolazione del numero o dell’alias per ottenere informazioni sensibili.

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Il test del dominio come strumento di intelligence proattiva

Di fronte a queste minacce, la sicurezza passiva è insufficiente. Il test del dominio è l’attività proattiva che consente all’azienda di proteggere la propria identità e Brand Reputation.

Il test del dominio non si ferma all’interfaccia web; analizza in profondità la configurazione dei servizi associati:

  • Identifica i domini clone (Domain Squatting) registrati dai criminali, prima che vengano utilizzati per lanciare campagne di Phishing e danneggiare la reputazione.
  • Scova vulnerabilità nel DNS, nel server FTP o nell’e-commerce, che potrebbero essere sfruttate per attacchi avanzati come il DNS Cache Poisoning.
  • Controlla la configurazione di protocolli di sicurezza come DMARC, per contrastare la falsificazione del mittente (spoofing).

L’esecuzione del test del dominio e l’analisi dei risultati richiedono strumenti che non si limitino a una scansione una tantum. La complessità degli attacchi esige l’analisi in profondità dell’esposizione di tutti gli asset digitali.

Soluzioni come TeamSystem Cybersecurity sono state concepite per questo, offrendo una specifica funzionalità di check di dominio avanzato che esegue un’analisi puntuale su domini, server e-commerce e asset critici.

Questo supporta il management nell’individuare in anticipo le criticità, nel tradurle in metriche di rischio e nel preparare la documentazione necessaria per la governance.

Difesa tecnica: le misure essenziali post test

I risultati del test del dominio devono guidare un piano di remediation tecnico e strategico per rafforzare l’infrastruttura.

L’adozione di estensioni di sicurezza come DNSSEC è cruciale per prevenire attacchi di cache poisoning. Il DNSSEC garantisce l’autenticità delle risposte DNS, impedendo che gli utenti vengano reindirizzati a siti malevoli anche digitando l’URL corretto.

È responsabilità del management distinguere e promuovere l’uso dei Certificati di Validazione Estesa, che richiedono verifiche legali sull’entità richiedente, in contrapposizione ai semplici certificati DV, sfruttati dai siti di phishing HTTPS.

La difesa finale resta comunque il fattore umano: implementare la MFA per tutti gli account e garantire una formazione continua (Security Awareness Training) sono passaggi non negoziabili per mitigare l’errore umano.

Non sottovalutare l’anello debole dell’identità legale

Per l’IT manager la difesa del dominio aziendale è un imperativo di compliance normativa e una garanzia di resilienza operativa.

Il test del dominio è l’unico modo per avere piena consapevolezza del rischio esogeno, trasformando la sicurezza da costo a investimento di intelligence proattiva. La protezione dell’identità digitale del dominio è un requisito esplicito di Risk Management imposto dalla NIS2.

TeamSystem Cybersecurity supporta l’operatività di questa difesa, trasformando i risultati del test del dominio in azioni di remediation e monitoraggio continuo, essenziali per la governance del rischio del management IT, permettendo all’azienda di concentrarsi sul core business sapendo di avere una difesa proattiva attiva sull’identità digitale.

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