Google Cloud

Come affrontare le sfide della transizione al cloud: lo spiega Google in un white paper intitolato Managing Change in the Cloud.

Passare da una piattaforma di data warehouse on-premise tradizionale a un data warehouse cloud, come ad esempio BigQuery della stessa Google Cloud, non significa semplicemente adottare una nuova tecnologia, evidenzia la società di Mountain View.

Questo processo offre in più l’opportunità di rivisitare le practice esistenti e di adottare nuovi modi di lavorare.

Google Cloud ha dunque annotato alcuni cambiamenti tipici che i team subiscono per supportare la migrazione del data warehouse nel cloud, e ha steso il white paper Managing Change in the Cloud per tracciare un framework per la gestione delle modifiche e per le best practice del passaggio al cloud.

Sono le persone, evidenzia Google Cloud, a costituire il nucleo centrale di qualsiasi iniziativa di gestione del cambiamento. Per un’iniziativa di migrazione del data warehouse, sono tre le principali parti interessate, secondo Mountain View, che sono coinvolte nell’uso quotidiano e nella gestione (benché ce ne possano essere anche altre, in ruoli secondari).

Queste figure sono: il data consumer, il consumatore di dati, in genere data analyst, data scientist o utenti aziendali. Il data enabler, l’abilitatore dei dati: in genere un data engineer o uno sviluppatore ETL. Infine, il data administrator, l’amministratore dei dati: in genere un admin del database o del data warehouse.

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I data consumer, data analyst e data scientist, hanno molto da guadagnare dalla migrazione a un data warehouse cloud: maggiore disponibilità di nuovi data set, nuovi algoritmi da sfruttare e opzioni di accesso a latenza inferiore nel cloud.

Molto spesso, durante la migrazione, le applicazioni di reporting e gli strumenti BI esistenti vengono inizialmente mantenuti, per garantire un’interruzione minima del business. Tuttavia, i data consumer vorranno probabilmente assicurarsi che i loro report e casi d’uso esistenti siano testati sulla nuova piattaforma. È pertanto consigliabile richiedere la loro partecipazione a qualsiasi attività di data validation.

Dopo la migrazione, i data consumer possono trovare nuovi modi di lavorare, una volta che hanno accesso a nuovi set di dati, come ad esempio convertire i report batch in dashboard in tempo reale e implementare il machine learning. Le nuove funzionalità della piattaforma finiscono per diventare il catalizzatore più importante per il cambiamento in questo ruolo. Più ambiziosi saranno i data consumer, maggiore sarà il cambiamento per gli altri ruoli nell’organizzazione.

Le capacità tecniche dei data enabler sono fondamentali per la corretta adozione del cloud nell’organizzazione. Queste persone gestiscono le pipeline di dati e sono profondamente coinvolte negli sforzi di reingegnerizzazione necessari per migrare i workload nel cloud.

La curva di apprendimento può essere ripida a seconda dello stack tecnologico adottato: un’adeguata pianificazione delle risorse sarà cruciale per queste figure. La migrazione verso il cloud in sé e per sé potrebbe essere un’impresa a lungo termine, quindi, consiglia Google Cloud, vale la pena considerare di dedicare del tempo a pianificare, riprogrammare e automatizzare la migrazione.

Siccome i data enabler eseguono il refactoring e la riprogettazione delle pipeline di dati e collaborano con i data consumer, hanno molte opportunità per ripensare il modo in cui i processi aziendali dovrebbero cambiare per trarre vantaggio dalla data ingestion in tempo reale, dalle nuove tecniche di modellazione dei dati o dai nuovi archivi persistenti che le tecnologie cloud offrono.

Inoltre, i data enabler potrebbero anche rivisitare precedenti richieste che non era stato possibile deliverare e che le tecnologie cloud potrebbero ora rendere fattibili. Oltre a questo, l’adozione di un modello DevOps, la containerizzazione delle applicazioni o un modello computazionale serverless sono percorsi che i data enabler (insieme agli amministratori dei dati) possono esplorare per migliorare e velocizzare l’implementazione dei cambiamenti e per fornire nuovi insight agli utenti.

Per quanto riguarda i data administrator, gli amministratori dei database continuano a svolgere un ruolo vitale anche se il data warehouse aziendale è ospitato nel cloud. In quanto owner della piattaforma, gli amministratori devono conoscere quanto prima le funzionalità della tecnologia cloud e guidare la trasformazione aziendale con le principali parti interessate.

Se l’organizzazione adotta un data warehouse cloud gestito dal fornitore, gli amministratori avranno meno attività, ma l’ottimizzazione dei costi in relazione alle prestazioni rimane un’area cruciale che coinvolge gli amministratori.

I data administrator, inoltre, una volta liberati di alcune incombenze, possono dedicarsi ad acquisire una comprensione più approfondita delle opzioni di archiviazione, di networking e di computing offerte dal cloud e possono cercare modi per ottimizzare i carichi di lavoro aziendali nel cloud, sfruttando ad esempio il machine learning, la containerizzazione, il cloud ibrido e altro ancora.

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