Jean-Luc Subri – Business Development manager
Il modello Software as a Service offre applicazioni in abbonamento e applicazioni gestite. Nel primo caso i clienti versano un canone mensile a copertura sia del servizio applicativo che dei relativi costi di gestione; il cliente non è proprietario del software ma può configurarlo. Il modello di abbonamento è vantaggioso indipendentemente dal settore economico: le dimensioni non contano purché i requisiti di business siano risolvibili con una soluzione out-of-the-box.
Nel caso delle applicazioni gestite, invece, il cliente entra in possesso della licenza software e gode dei servizi di gestione, manutenzione e supporto a fronte di un canone mensile. Questo modello è indicato per le aziende con più di 100 utenti e per chi desidera assegnare in outsourcing i compiti di amministrazione delle applicazioni in modo da concentrare le proprie risorse It su iniziative strategiche.
Per quantificare i vantaggi economici, i criteri sono visti in varie dimensioni, inclusi uno o più dei seguenti benefit: costi correnti prevedibili, certezza dei servizi per mezzo di Sla, capacità di coprire più fusi orari od orari di lavoro prolungati, mancanza della necessità di formare e mantenere risorse costose, focalizzazione sulle attività legate al core business, riallocamento delle risorse preparate su servizi a valore aggiunto associati alle iniziative di business, riduzione del numero di fornitori e di conseguenza riduzione della catena delle responsabilità e rafforzamento del modello di governance.
Nella maggior parte dei casi vi sono più “buyer”, dato che l’outsourcing in uno specifico dipartimento aziendale è considerato come qualcosa di più strategico di quanto non lo sia un acquisto It una tantum. Persone con responsabilità sul business, come manager della logistica, della produzione e della supply chain, hanno una forte influenza; i Cio che rispondono al Cfo agiscono solitamente come sponsor di queste iniziative.
