Wildix: internazionale grazie ai partner

La società racconta i suoi capisaldi strategici del 2014, con un focus specifico sull’ampliamento verso nuovi mercati esteri.

Non si tratta solo di una scommessa tecnologica.
WebRtc è per Wildix la chiave per un percorso di internazionalizzazione che si sta facendo sempre più definito.
Lo aveva dichiarato alla fine dell’anno scorso il Ceo della società Stefano Osler, sostenendo come l’essersi posti come sostenitori internazionali della tecnologia open source per la comunicazione real time via browser rappresenti per la società da lui guidata ”un’occasione di apertura verso altri mercati, anche esteri, come portatori di una proposta tecnologicamente innovativa”.
Lo ribadisce in queste prime settimane del 2014, raccontando come, dopo la Francia, il nuovo anno si sia aperto con l’inaugurazione di un ufficio a Monaco di Baviera, ”all’interno di un business center che accoglie solo aziende di alto contenuto tecnologico, a 100 metri dalle facoltà di Ingegneria e Informatica”.
Una location non casuale, dal momento che il centro, parzialmente finanziato e supportotato dal Governo tedesco e dal Ministero dello Sviluppo Economico Bavarese, ha tra gli obiettivi anche la facilitazione delle startup da quelle facoltà.
”Aver investito così tanto in Webrtc – prosegue il manager – ci sta portando benefici molto forti in termini di visibilità”.
In fondo, riconosce, se fosse rimasta legate alle sole Unified Communications Wildix avrebbe rischiato di essere solo uno dei tanti player: questo focus sta diventando invece il suo tratto distintivo.

Oltre a Francia e Germania, primi approcci sono in corso in Svizzera, in Bulgaria, Russia, Ucraina, Moldavia, attraverso la ricerca di partner commerciali attivi su questi mercati.
”Stiamo contribuendo a scardinare i paradigmi della vecchia Europa: oggi si guarda alle competenze e alle tecnologie, si guarda alla capacità di giocare sull’integrazione tra fornitore e partner. In Bulgaria lavoriamo già con tre partner, in Russia ne abbiamo identificati una trentina, con uno startup previsto nella seconda metà dell’anno.

Osler racconta di come Wildix cominci a essere percepita come fornitore alternativo ad aziende quali Cisco o Avaya.
”Tra i nostri clienti, in Francia abbiamo ad esempio H&M: in questo caso siamo riusciti a inserirci tra la scelta della casa madre, orientata verso Cisco e la filiale francese, che avrebbe preferito Alcatel. Noi abbiamo lavorato in partnership con l’installatore e dopo un anno di test siamo partiti con un deployment di soluzioni Uuc su 20 negozi, saliti velocemente a 70 e poi 200, su un progetto che prevede la copertura di 400 punti vendita”.

Se l’internazionalizzazione è dunque al primo posto tra le strategie della società per i prossimi mesi, il secondo pilastro è rappresentato dall’integrazione del mondo delle telecomunicazioni con mondo It, grazie anche ”al rilascio, lo scorso mese di settembre, delle Web API, che aprono di fatto la strada alla collaborazione con le software house”.
Il cloud, naturalmente declinato in chiave Unified Communications e WebRtc, è il terzo focus point per la società che mette al quarto posto della sua strategia lo sviluppo delle relazioni con i carrier – e in particolare con Digitel, con cui è stata stretta una partnership importante – per consentire ai suoi partner di offrire soluzioni complete di Unified Communications che includano oltre ai suoi dispositivi anche infrastruttura e connettività.
Infine, il quinto punto qualificante è rappresentato dalla formazione, erogata attraverso la neocostituita Wildix Academy, che, sotto la guida di Moreno Perticaroli, ha l’obiettivo di portare contenuti tecnologici e di marketing ai partner di canale di Wildix.
”La formazione – sostiene Perticaroli – è lo strumento che consente di eliminare iul divario tra tecnologia e valore percepito. Stiamo sviluppando una scuola di formazione completa per tutte le aree strategiche del nostro business, indirizzandola ai partner e successivamente anche alle imprese”

Una cosa, tra tanti cambiamenti in atto, non cambierà per Wildix.
La società conferma di non avere alcuna ”voglia di distributore”, come la definisce Osler.
”Sarebbe solo un allungamento della filiera”.
Meglio focalizzarsi sull’ingaggio di partner davvero motivati.

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