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Sap: a che punto è Business One

Dopo anni di evoluzione delle applicazioni e delle reti collaborative e anche (meno) anni di evoluzione tecnologica collegata ad ambienti machine-to-machine prima e in stile IoT poi, non si può certo dire che alle aziende manchino le informazioni.

Il lato positivo è che ora c’è anche la capacità tecnologica di elaborarle e di trarne indicazioni su come orientare le proprie strategie. “Siamo nel pieno di una tempesta perfetta – commenta Adriano Ceccherini, General Business Director di SAP Italia – fatta di abbondanza di dati da un lato e, dall’altro, le tecnologie per semplificarli e renderli comprensibili al business“.

Le fonti di informazioni da elaborare in questo senso sono tre, secondo SAP. La prima, in logica IoT, è costituita dai prodotti e servizi che le aziende producono e che generano dati utili anche per definire nuovi modelli di business, con una progressiva trasformazione dei prodotti in servizi. C’è poi una fonte diversa, ampiamente destrutturata: il mercato stesso, inteso come il complesso di tutte le “tracce” lasciate dai clienti, espliciti e impliciti, nella loro vita virtuale. Una mole di dati che sino a qualche tempo fa era impossibile elaborare perché non esistevano sistemi preposti a farlo. Terza fonte è l’azienda stessa, almeno in alcuni settori, grazie ai dati che vengono dagli impianti produttivi (nella logica Industry 4.0).

Adriano Ceccherini
Adriano Ceccherini

Fin qui tutto bene, specie per le grandi aziende. Ma per una Pmi il rischio è trovarsi davanti un muro di dati e non sapere chiaramente cosa farci. “Serve qualcosa che aiuti a estrarre conoscenza significativa per il business in maniera semplice, perché non è detto che tutti i dati servano davvero“, spiega Ceccherini.

Oltre alla semplicità serve anche la rapidità, perché non solo i dati vanno raccolti con tecnologie accessibili, vanno anche elaborati in fretta se si vogliono prendere decisioni in tempo reale. Il tassello della semplicità in casa SAP resta Business One, come per la ricerca della velocità la risposta è sempre l’adozione di HANA come base tecnologica.

Così l’accoppiata tra Business One e HANA, che in Italia è stata spinta più decisamente e anche più recepita rispetto altre nazioni europee, ha registrato in generale una crescita interessante nel corso del 2016. “L’approccio – sottolinea Ceccherini – è pensare in grande dal punto di vista tecnologico, con HANA, ma scalare verso il basso da quello della fruibilità e della capacità di investimento. Non è scontato, significa mantenere architetture snelle senza banalizzare il tutto e dando modo ai partner di sviluppare progetti veloci. Rispetto alle grandi evoluzioni IT del passato c’è la promessa di portare business incrementale e impattare sulla bottom line“.

E di seguire una tendenza alla digitalizzazione che vede coinvolte anche le Pmi: affrontare i progetti IT in maniera molto più agile, con un processo complessivamente più veloce che porta valore a ogni implementazione incrementale.

Bene il 2016, ora lo sviluppo

In cifre questo scenario per SAP Business One ha significato chiudere il 2016 con una crescita del numero di clienti del 15 percento circa – si è tagliato il traguardo dei tremila utilizzatori – e una crescita definita “a doppia cifra ampia” del business.

La visione di SAP è che le componenti tecnologiche della soluzione abbiano permesso di sostituire installato precedente (software AS/400 o di player locali) e di conquistare le imprese più giovani che non avevano ancora una soluzione gestionale.

Anche se in realtà la concorrenza tra software house è un elemento secondario, in questa fase: “Il mercato è ampio e l’aspetto fondamentale non è competere con un altro vendor ma essere al posto e al momento giusto per soddisfare un bisogno di innovazione. La concorrenza vera è il non voler investire per timore della complessità, che però non esiste più“, spiega Ceccherini.

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Guardando avanti, per il mondo Business One SAP ha obiettivi ambiziosi a lungo termine.

Se immaginiamo di essere a metà strada, con circa vent’anni di “storia” della piattaforma alle spalle, la software house tedesca ha come traguardo il milione di aziende clienti, lo sviluppo di circa diecimila soluzioni per mercati verticali e la leadership nel segmento degli ERP per le PMI.

Non certo poco, ecco perché Business One dovrà evolvere tecnologicamente andando in particolare in direzione delle novità che più impatteranno sui business aziendali, in primis l’Internet of Things, il machine learning e lo sviluppo basato su microservizi.

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