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L’intelligenza artificiale cambia la produzione come vogliamo noi

Cosa sta effettivamente cambiando nel manufacturing italiano e perchè si sente sempre di più parlare di intelligenza artificiale, a vari livelli, applicata alla produzione?

Il suffisso 4.0 con quel che ne consegue a livello di interconnessione di dispositivi applicato a manifattura, industria, azienda, è ancora sufficiente a racchiudere tutto? La trasformazione della produzione un fatto sostanzialmente di robotizzazione o c’è dell’altro?

Per avere un quadro di un cambiamento epocale che pare essere sempre più guidato dal software, ci siamo rivolti a Fabio Moioli, Direttore Divisione Enterprise Services di Microsoft Italia. Dal suo punto di osservazione e di azione, Moioli ci può indicare quali sono le forze che stanno agendo adesso e che agiranno in futuro per trasformare digitalmente la produzione.

Fabio Moioli, Direttore Divisione Enterprise Services di Microsoft Italia

Quali sono le forze che stanno spingendo la trasformazione digitale delle aziende del manufacturing?

In questo momento sono molte le forze che spingono le aziende manifatturiere italiane ad intraprendere un percorso di trasformazione digitale.

Uno dei fattori più importanti credo che sia il fatto che le aziende, così come gli utenti finali, si aspettano prodotti sempre più connessi e intelligenti, in grado di mantenersi costantemente aggiornati e rispondere alle esigenze specifiche di ciascuna organizzazione.

Vedo, inoltre, una tendenza crescente alla servitization: per rispondere nel modo migliore a un settore in continua evoluzione, l’offerta di prodotti si sta sempre più spesso trasformando in offerta di servizi.

Per questa ragione, per le aziende diventa sempre più importante realizzare prodotti connessi e facilmente gestibili da remoto, per poter garantire costantemente la migliore performance e l’assistenza in caso di problemi

Siamo sempre in un contesto 4.0 o c’è dell’altro?

Il concetto di 4.0 non è nuovo, se ne parla ormai da diversi anni, ma la principale novità è che, mentre inizialmente la trasformazione digitale si concentrava sul mondo della produzione e si parlava quindi di fabbrica 4.0, oggi sono le aziende nel loro complesso ad adottare modelli intelligenti in ogni ambito, dalla gestione dei clienti alla supply chain, fino alle risorse umane.

È per questa ragione che parliamo di intelligent organization: l’intelligenza artificiale è sempre più pervasiva nelle aziende italiane, entrando nei prodotti finali, nelle macchine e in ogni divisione dell’azienda.

Robotizzazione, intelligenza artificiale, digitalizzazione dei processi, rimansionamento: cosa pesa di più nel manufacturing di oggi?

Ciascuno di questi aspetti ricopre un ruolo molto importante nel settore manifatturiero italiano. Da un punto di vista temporale, la digitalizzazione dei processi giocherà sicuramente un ruolo cruciale nel breve periodo, ponendosi come fattore abilitante per sfruttare al massimo la robotizzazione e implementare l’intelligenza artificiale, la quale si rivelerà poi determinante nel medio termine.

La digitalizzazione dei processi porterà quindi a un nuovo modo di intendere la robotica: grazie all’intelligenza artificiale le macchine saranno sempre più alleate dell’uomo, ottimizzando i processi e supportando l’ingegno umano. Lo sviluppo della cobotica non porterà alla perdita di posti di lavoro, come qualcuno tende erroneamente a pensare, ma comporterà necessariamente la riqualificazione della forza lavoro, che dovrà apprendere nuove competenze e intraprendere nuovi percorsi professionali.

Nella visione di Microsoft l’intelligenza artificiale amplifica le potenzialità umane e l’uomo resta al centro dello sviluppo tecnologico, non si tratta quindi di sostituirlo, ma di potenziarne le capacità e valorizzarne il contributo riqualificando il profilo professionali a supporto della crescita e della competitività del manufacturing italiano.

Perchè si dovrebbe parlare di augmented intelligence?

Preferiamo parlare di augmented intelligence poiché l’intelligenza artificiale alla quale Microsoft sta lavorando è un’intelligenza strettamente collegata ai sistemi cognitivi, come il riconoscimento del linguaggio o delle immagini, che si ponga al servizio della human intelligence.

Siamo fermamente convinti che siano i device a dover imparare a relazionarsi con gli esseri umani, riconoscendone il linguaggio e le espressioni, dando così vita a una relazione uomo-macchina completamente nuova, in grado di esaltare le capacità più elevate della mente umana.

All’interno di qualsiasi progetto di intelligenza artificiale, infatti, il fattore più importante è e rimarrà sempre la componente umana: è proprio il team di lavoro che segue un progetto a determinarne il successo o il fallimento.

Quanto agisce il fatto di poter usare l’intelligenza artificiale e cloud insieme?

L’intelligenza artificiale e il cloud sono un binomio indissolubile: non potrebbero esistere applicazioni di intelligenza artificiale senza la potenza di calcolo permessa dal cloud. Microsoft è la prima azienda al mondo in grado di integrare l’intelligenza direttamente nell’edge ma, anche in questi casi, l’intelligent edge opera sempre in armonia con l’intelligent cloud, che offre una capacità computazionale che non potrebbe attualmente essere replicata nel singolo device.

Il cloud rappresenta quindi un abilitatore fondamentale in uno scenario dominato dai big data, ove può rendere l’intelligenza pervasiva nei processi e supportare qualsiasi realtà in una gestione più efficace dell’enorme patrimonio di dati, strutturati e destrutturati, provenienti dall’interno e dall’esterno dell’azienda.

Non solo, nella visione di Microsoft il cloud è l’elemento in grado di democratizzare l’intelligenza artificiale rendendo questa capacità di analisi e questa intelligenza intrinseca disponibile per organizzazioni di qualsiasi dimensione e scalabile in linea con il proprio percorso di crescita. Accedendo a Microsoft Azure per esempio, aziende grandi o perfino piccolissime possono accedere a funzionalità intelligenti già integrate nella piattaforma e dare avvio a progetti di intelligenza artificiale in modo rapido e intuitivo. Il cloud di fatto rende l’intelligenza artificiale più accessibile e inclusiva.

Quali competenze servono adesso e quali fra un anno nelle aziende del manufacturing per fare la trasformazione?

Per completare con successo un progetto di trasformazione digitale, le aziende necessitano fondamentalmente di tre tipologie di figure professionali: esperti delle nuove tecnologie, in grado di comprendere e gestire al meglio le macchine intelligenti, siano essi interni all’azienda o di terze parti; manager che conoscano il business dell’organizzazione, ma che abbiano anche competenze tecnologiche, in modo da poter dialogare con gli esperti per capire come i nuovi strumenti possano trasformare le attività dell’azienda e le potenziali ricadute in termini di risultati; e dipendenti che, a prescindere dalla loro mansione, apprendano le competenze necessarie per imparare a collaborare con le nuove tecnologie e riuscire ad adattarsi al proprio nuovo ruolo professionale.

1 COMMENTO

  1. L’intelligenza artificiale è il presente ed il futuro per la produzione manifatturiera e non solo. Una criticità è rappresenta dal controllo sulle sue applicazioni e gli effetti specifici sulla società.

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