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Google vuol dire intelligenza artificiale

Il CEO di Google Sundar Pichai ha aperto il Google I/O, evento annuale con cui la società americana aggiorna la comunità tecnologica sul proprio lavoro, sostanzialmente con due parole: intelligenza artificiale. E ha anche riassunto in un post sul blog di il succo della propria proposta.

Da sempre, ha detto, Google cerca di risolvere problemi complessi utilizzando l’analisi dei dati e l’informatica.
Abbiamo appena superato i 2 miliardi di dispositivi Android mensili attivi – scrive – YouTube ha raggiunto, oltre a 1 miliardo di utenti, anche 1 miliardo di ore di watchtime al giorno; e le persone usano Google Maps per fare oltre 1 miliardo di chilometri ogni giorno. Questa crescita sarebbe stata impensabile senza il passaggio al mobile, che ci ha portato a ripensare tutti i nostri prodotti” con interazione multitouch.

Il passaggio a intelligenza artificiale

Oggi siamo di fronte a un nuovo cambiamento: il passaggio da mobile all’intelligenza artificiale. Per questo, dice Pichai “ci troviamo a reinventare i nostri prodotti, adattandoli a un mondo che consente di interagire con la tecnologia in maniera più naturale e continuativa. Pensate al motore di ricerca Google: è stato creato sulla nostra capacità di comprendere testi all’interno di pagine web. Adesso, grazie ai progressi nell’ambito del deep learning, le persone possono usare immagini, foto e video come mai prima d’ora. La vostra fotocamera può vedere, voi potete parlare con il vostro telefono e ricevere delle risposte. Linguaggio e vista stanno diventando fondamentali per l’informatica tanto quanto la tastiera o gli schermi multi-touch“.

Assistente Google è un esempio, già attivo su oltre 100 milioni di dispositivi. Google Home è in grado di distinguere voci diverse, offrendo alle persone un’esperienza più personalizzata quando interagiscono con il dispositivo. Google Lens è un insieme di funzionalità di calcolo basate sulla vista: “La prima cosa che faremo sarà introdurre le funzionalità di Google Lens all’interno dell’Assistente e di Google Foto, per poi estenderlo anche agli altri prodotti”.

Capacitá computazionale

Tutto questo richiede risorse computazionali adeguate: “L’anno scorso in occasione dell’I/O abbiamo annunciato la prima generazione di TPU che ci permettono di eseguire velocemente e in modo più efficiente i nostri algoritmi di machine learning. Oggi annunciamo la nostra prossima generazione di TPU: Cloud TPU, ottimizzati sia per le inferenze che per l’apprendimento e capaci di elaborare molte informazioni. Renderemo disponibile Cloud TPU su Google Compute Engine, in modo che le aziende e gli sviluppatori possano utilizzarlo“.

Progressi per tutti

I progressi devono essere a vantaggio di tutti, ma gli ostacoli sono ancora troppi.
Ecco perché abbiamo deciso di sviluppare Google.ai, che concentra le nostre iniziative nel campo dell’intelligenza artificiale in un unico impegno capace di ridurre gli ostacoli e accelerare il modo in cui i ricercatori, gli sviluppatori e le aziende operano in questo campo.
Un modo per rendere più accessibile l’intelligenza artificiale è semplificando la creazione dei modelli di apprendimento automatico, le cosiddette reti neurali. Attualmente, la progettazione di reti neurali è estremamente impegnativa in termini di tempo e richiede competenze che limitano il suo utilizzo a una piccola comunità di scienziati e ingegneri. Ecco perché abbiamo creato un approccio chiamato AutoML, che dimostra che è possibile per le reti neurali progettare altre reti neurali”
.
Oltre a questo, Google.ai permette a scienziati e sviluppatori di Google di collaborare su problemi in una vasta gamma di discipline: “Abbiamo utilizzato il machine learning per migliorare l’algoritmo che rileva l’avanzamento del tumore al seno nei linfonodi adiacenti. Abbiamo anche osservato notevoli progressi dell’intelligenza artificiale per quanto riguarda il tempo e la precisione con cui i ricercatori possono predire le proprietà delle molecole nonché la sequenza del genoma umano”.

E con Google for Jobs si vuole mettere in contatto aziende e candidati e aiutare chi cerca lavoro a trovarlo. Nelle prossime settimane sarà lanciata una nuova funzionalità della Ricerca di Google che permetterà ai candidati in cerca di lavoro di trovare offerte a ogni livello di esperienza e retribuzione, incluse offerte di lavoro storicamente difficili da indicizzare e classificare, come quelle nei settori dei servizi e del commercio al dettaglio.

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