Google aumenta il controllo sul cloud

Brian Stevens, Vp del Product Management, ha tratteggiato le novità della Google Cloud Platform: su tutte il Container Engine e Google Interconnect.

Il cloud di oggi non è ancora arrivato fin dove gli sviluppatori vorrebbero arrivasse. La sua promessa è realizzata solo in parte e rimangono ancora troppi problemi, legati principalmente allo sviluppo on-premises e all’implementazione. Stevens ne ha parlato nel corso del Live event tenuto il 4 novembre a San Francisco, in altre location mondiali e ovviamente in streaming. “Vogliamo fare ancora meglio”, scrive Brian; “oggi alcuni importanti aggiornamenti della Cloud Platform ci spingono ad un passo dalla meta”.


Livello di astrazione a grana fine

Attualmente sviluppare nuove applicazioni in cloud è per lo più un’esperienza frammentata. È necessario decidere in partenza se fare tutto da soli con macchine virtuali e mantenere il controllo in Iaas, oppure adottare una piattaforma gestita (Paas) e rinunciare al controllo dell’infrastruttura.

“Noi di Google abbiamo un’altra idea: un continuum che permetta di scegliere il livello di astrazione più adatto all’applicazione o persino alla singola componente dell’applicazione”.


Google Container Engine: Docker containers su Kubernetes

Google Container Engine usa i Docker containers, soluzioni eleganti che eseguono applicazioni senza dover caricare un’intera virtual machine. Gli sviluppatori possono creare e collegare tra loro servizi basati sul container, disponendo di servizi comuni quali la registrazione, il monitoraggio e la gestione dell’integrità. Facendo leva sul progetto open source Kubernetes, l’approccio offre un elevato livello di mobilità del carico di lavoro, facilitando lo spostamento di applicazioni tra macchine di sviluppo, sistemi on-premises e provider pubblici on cloud.
Le applicazioni basate sul container possono essere eseguite ovunque, ma la combinazione tra rapidità di inizializzazione, efficienza di hosting delle macchine virtuali e integrazione dei network virtualizzati rende Google Cloud Platform il luogo migliore in cui gestirle.


Google Cloud Interconnect

Sono state introdotte tre nuove opzioni di connessione: il peering diretto, l’interconnessione tramite operatore e la connettività Vpn.
Il peering diretto è un collegamento diretto a Google su uno degli oltre 70 punti di presenza in 33 Paesi del mondo.
L’interconnessione tramite operatore è un collegamento a Google con i suoi partner, ovvero Equinix, Ix Reach, Level 3, Tata Communications, Telx, Verizon e Zayo.
La connettività Vpn sarà introdotta nel prossimo dicembre.


Il PaaS evoluto della managed Vm

Torniamo alle specificità della piattaforma. Managed Vms, che eroga i benefici di App Engine in un ambiente flessibile di macchine virtuali, va oggi in beta. Aggiunge inoltre la funzionalità di Autoscaling, l’integrazione del Cloud Sdk e il supporto per i runtime basati sui Docker container.
App Engine fornisce e configura tutti i servizi ausiliari necessari per la creazione di applicazioni produttive (routing di rete, bilanciamento dei carichi, autoscaling, monitoraggio e registrazione), permettendovi di concentrarvi sullo sviluppo delle applicazioni. “Gli utenti possono utilizzare qualsiasi linguaggio o libreria, e personalizzare o sostituire l’intero stack di runtime”, dettaglia Stevens; “volete usare Node.js su App Engine? Ora potete, ed inoltre avete accesso all’amplissima gamma di tipi di macchina virtuale offerta da Compute Engine”.


La fine del debugging con printf

Con Cloud Debugger non sarà più necessario spulciare i log all’infinito per cercare di capire che cosa succeda ai vostri servizi. Ora potete semplicemente scegliere una riga di codice, impostare un watchpoint, e il debugger restituirà variabili locali e un intero stack trace della successiva richiesta di esecuzione di quella riga su qualsiasi istanza del vostro servizio.
Il tutto con un tempo di setup pari a zero, nessuna configurazione complessa e nessun impatto sulle prestazioni.
E’ inoltre disponibile il Compute Engine Autoscaler, che ridimensiona dinamicamente un parco di vm in base all’uso e ad un’ampia serie di segnali (Qps dall’Http Load Balancer, uso della Cpu virtuale, metriche di Cloud Monitoring).


Ecosistema, sconti e trial

All’evento di San Francisco erano presenti svariati importanti partner, quali Tableau, Red Hat, DataStax, MongoDB, SaltStack, Fastly, e Bitnami, a dimostrazione dell’impatto della piattaforma sull’ecosistema in divenire.
L’adozione sarà certamente accelerata dalle riduzioni di prezzo annunciate su Network egress (47%), BigQuery storage (23%), Persistent Disk Snapshots (79%), Persistent Disk Ssd (48%), e Cloud Sql (25%), in aggiunta alla riduzione del 10% sul prezzo di Google Compute Engine.
I nuovi clienti della Google Cloud Platform possono chiedere un free tiral cliccando qui.
Sono inoltre attesi degli approfondimenti specifici sul networking (Google Cloud Interconnect) e sulle applicazioni mobile e web (Firebase).

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