Agenda Digitale: bene la Ue, Italia arretrata

Pubblicato il rapporto sullo stato di avanzamento dell’Agenda Digitale nei Paesi dell’Unione. La roadmpa sembra rispettata, ma l’Italia continua a mostrare i suoi ritardi.

Nella giornata di ieri l’Unione Europea ha presentato il suo rapporto sullo stato di avanzamento dell’Agenda Digitale.
In generale, il commento è positivo: non solo 95 delle 101 azioni previste sono in linea con gli obiettivi di fine 2015, ma il tasso di utilizzo di Internet nei Paesi dell’Unione è passato dal 60 per cento del 2010 al 72 per cento di fine 2013, con percentuali significative di miglioramento in Paesi come Grecia, Romania Repubblica Ceca e Croazia.
Fatti salvi i ”soliti” Nordics, che viaggiano a percentuali di penetrazione superiori al 90 per cento, l’Italia in ogni caso continua a mantenere il suo gap, con un 56 per cento di penetrazione evidentemente in netto ritardo rispetto alla media dell’Unione.

Migliorano nel complesso anche gli skill, soprattutto nelle cosiddette fasce deboli della popolazione, vale a dire a bassa scolarità e a bassa occupazione, tuttavia resta un problema di skill e competenze Ict, che fa temere al commissario Neelie Kroes la crescita di uno strato di analfabetismo digitale.
Similmente, se da un lato è vero che cresce la vita online di cittadini e imprese, dall’altro persiste un problema di ampiezza di banda, specie nelle zone rurali, che rende le connessioni inadeguate ai reali fabbisogni dei cittadini.

Oggi, si legge nel rapporto, il 47 per cento dei cittadini europei fa acquisti online, con una crescita del 10 per cento rispetto al 2010 e dunque in linea per raggiungere quell’obiettivo del 50 per cento fissato per il prossimo anno.
Resta comunque il fatto che solo il 14 per cento delle imprese con meno di 250 dipendenti ha una propria attività di commercio online.
Quanto alla connessione a Internet, è vero che il 100 per cento dei cittadini è raggiunto, è vero che il 4G in un solo anno è passato dal 26 al 59 per cento, ma qualcosa si può ancora migliorare.

La situazione Italia
Per quanto riguarda il nostro Paese, il report parla di una penetrazione della banda larga fissa pari al 99 per cento della popolazione, con un picco negativo dell’88 per cento nelle aree rurali.
Di converso, però, le reti di nuova generazione, con velocità pari ad almeno 30 Mbps non raggiungono che il 21 per cento delle abitazioni, contro una media del 62 per cento in Europa.
Nonostante la copertura, solo il 68 per cento delle famiglie ha sottoscritto un abbonamento a Internet, 8 punti in meno rispetto alla media europea.
Per quanto riguarda le reti di quarta generazione, la crescita c’è: dal 10 per cento del 2012 lo scorso anno si è arrivati al 39 per cento.
Il mobile resta il nostro punto forte: il tasso di penetrazione della banda larga mobile è del 66 per cento, più alto rispetto al 62 per cento della media Ue.
Restiamo invece indietro sugli skill digitali (il 60 per cento degli italiani ha skill Ict insufficienti, contro una media europea del 47 per cento), sull’eCommerce, in particolare quello verso altri Paesi, e sull’eGovernment: in questo caso i servizi sono utilizzati dal 21 per cento della popolazione, contro il 19 per cento di un anno fa, in ogni caso ben al di sotto del 41 per cento della media europea.

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