WiFi libero: meglio l’hotspot che l’access point

A colloquio con Raphael Vallazza, Ceo di Endian: quali responsabilità restano per i gestori i titolari di esercizi che mettono a disposizione del pubblico una connessione Wi-Fi? Quali tutele?

I promotori di un’ampia diffusione del Wi-Fi nelle città italiane hanno tirato un sospiro di soddisfazione quando dall’inizio dell’anno è entrato in vigore il nuovo quadro normativo che dovrebbe abilitare una maggiore liberalizzazione di questa tipologia di connessione. Il problema semmai è non dimenticare le problematiche di sicurezza, che rimangono comunque un aspetto critico per i fornitori di accessi Wi-Fi.
Se è vero infatti che a partire da gennaio di quest’anno i titolari di esercizi che mettono a disposizione del pubblico una connessione Wi-Fi non hanno più l’obbligo di identificare gli utenti e conservare i loro dati, ciò non gli libera da responsabilitàdi legge che se non adempiute rischiano di portare a delle conseguenze sul piano penale.
Per capire quali sono queste responsabilità e come è possibile tutelarsi attraverso soluzioni tecnologiche adeguate abbiamo intervistato Raphael Vallazza, Ceo di Endian.

Quali sono le responsabilità che la nuova normativa continua ad attribuire a un gestore di servizi Wi-Fi?
Di fatto, la navigazione libera mette il gestore del servizio in una posizione difficile poiché, anche se non gli si richiede più, a livello normativo, di tenere traccia degli utenti che hanno usufruito del servizio, egli rimane il responsabile o quanto meno il referente, qualora venissero riscontrate attività illecite nella propria rete. In caso di accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria dovrà, quindi, dimostrare di non essere l’autore di tali attività e di aver usato un buon grado di diligenza nella predisposizione di tutte le misure adeguate a tracciare il colpevole.

Quali soluzioni tecnologiche possono essere adottate per tutelarsi in questo senso?
I gestori dovrebbero preferire soluzioni di tipo hotspot, invece che access point, sia semplici sia dotati di funzionalità avanzate. Questi ultimi infatti anche se aggiungono alla funzionalità di base della diffusione del segnale la separazione delle reti, non possono tracciare l’autore di eventuali attività illecite, in quanto non esiste distinzione tra gli utenti e non rimane traccia del traffico prodotto.

Invece gli hotspot cosa garantiscono?
Gli hotspot permettono di far autenticare con username e password univoci ciascun utente, e quindi rintracciarlo in caso di necessità, gestire ticket di navigazione, gestire la banda in modo che un singolo utente non la monopolizzi rallentando o intasando la navigazione altrui, separare la rete personale/aziendale da quella del Wi-Fi pubblico, e mantenere traccia di tutto il traffico attraverso i file di log.

Questo può bastare?
Per chi desidera una maggiore protezione, è possibile abbinare alle funzionalità di base degli hotspot quelle di unified threat management (UTM) dedicate alla protezione delle reti che impediscono intrusioni indesiderate. Per quanto ci riguarda da tempo commercializziamo Endian HotSpot che integra questi due approcci, consentendo la protezione non solo delle reti, ma di tutto il traffico Wi-Fi attraverso una molteplicità di funzionalità. Dalla web security al mail content filtering, dalle funzionalità di IPS/IDS allo stateful inspection firewall. Inoltre, la banda è gestita con Vpn e logiche di high availability e quality of service.

Quante realtà utilizzano già questo prodotto in Italia e all’estero?
La nostra soluzione è installata da oltre 500 gestori nel nostro Paese, principalmente alberghi, ma non mancano anche biblioteche, e altri enti delle pubbliche amministrazioni. A livello mondiale, invece abbiamo circa 5.000 installazione attive in 40 Paesi. In ogni caso contiamo su installazioni in grado anche di gestire alcune migliaia di utenti concorrenti. Il sistema è comunque sempre lo stesso.

Come prevedete si svilupperà il mercato italiano del Wi-Fi, dopo l’entrata in vigore della nuova normativa?
Ci aspettiamo una crescita della domanda soprattutto da tutte quelle PA e dai comuni che guardano con favore il fatto di poter fornire ai loro cittadini l’accesso a internet gratuito attraverso il Wi-Fi. Una ulteriore domanda potrebbe verificarsi qualora il legislatore intenda semplificare ulteriormente la possibilità di installazione di dispositivi di questo tipo, che oggi è concessa comunque dietro autorizzazione.

Come siete organizzati commercialmente?
Operiamo esclusivamente attraverso una rete di system integrator che provvediamo a formare e a certificare.Oggi nel nostro Paese sono più di 150 e coprono prevalentemente l’area del centro-nord. Anche se non abbiamo fissato precisi obiettivi di crescita siamo comunque interessati a espandere questa rete.

Quanto costa un impianto per l’accesso Wi-Fi basato su Endian HotSpot?
Il costo varia molto a seconda del numero di utenti che si devono gestire contemporaneamente. Nel caso di impianti che supportano migliaia di utenti dobbiamo infatti costruire un’architettura complessa gestita da server ad elevate prestazioni. Si può dire però che un impianto base, tipicamente quello che viene attivato in un hotel o in una biblioteca, in grado di gestire fino a 25 utenti concorrenti costa intorno al migliaio di euro. A questo si associa un contratto di manutenzione che a seconda dei casi vale tra il 20% e il 25% del costo iniziale.

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