Vmware: analisi del portfolio e priorità per virare al cloud

Il concetto di virtualizzazione è passato. Ora va fatto evolvere. Ne parliamo con Luca Zerminiani.

Anche per Luca Zerminiani, Systems Engineering Manager di Vmware è difficile fare una stima esatta dei datacenter presenti nel nostro Paese, dato il rapido evolversi dello scenario It. Meglio, per il manager notar che «allo stato attuale, le aziende hanno recepito il valore aggiunto della virtualizzazione e il numero delle macchine virtuali oggi ha superato il numero di quelle fisiche. Da sottolineare c’è che l’85% di esse è basato su soluzioni Vmware».

Chi sono i detentori dei data center a cui vi rivolgete?

Le soluzioni Vmware si rivolgono a tutti i detentori, siano essi service provider che aziende con un datacenter proprio. La nostra offerta parte dall’esistente e si adatta a chiunque perché preserva gli investimenti e li valorizza in ottica cloud. Le soluzioni che proponiamo sono adatte a chi vuole realizzare un public cloud, ossia un provider, a chi vuole creare un cloud privato, le aziende, e anche a chi ha come obiettivo un mix dei due, il cosiddetto hybrid cloud

Oggi quali competenze professionali devono avere le aziende nel data center per fare private cloud?

Innanzitutto, le aziende devono recepire pienamente che la vera tecnologia abilitante del cloud è la virtualizzazione e, proprio per questo, è opportuno che si abbia una conoscenza approfondita di questo tipo di tecnologia. Inoltre, è necessario che venga fatta chiarezza tra le varie offerte di cloud, per capire quali permettono di preservare gli investimenti compiuti finora e mantenere il controllo sulla tecnologia. Certamente è necessario seguire alcuni step fondamentali prima di avvicinarsi al cloud privato quali, ad esempio, un’analisi del portfolio e l’assegnazione di priorità alle applicazioni che trarrebbero il maggior vantaggio dal passaggio al cloud, l’individuazione dei servizi standard da offrire, la definizione, e in alcuni casi ridefinizione, dei protocolli di sicurezza e dei requisiti di conformità aziendali.

Qual é la tecnologia o la soluzione su cui il responsabile del data center deve pensare a investire nel breve periodo?

Dovendo suggerire un’area di investimento a breve termine, la virtualizzazione è da considerarsi una priorità, con una particolare attenzione alle applicazioni business critical. Questo tipo di tecnologia, infatti, consente di raggiungere un buon grado di automazione, alti livelli di flessibilità e di agilità nel proprio data center, che costituiscono un punto di partenza per un’evoluzione verso il cloud.

Si può abbinare al data center una misurazione di Roi?

La misurazione del Roiè determinata dall’impatto degli investimenti sul business: sfruttando al meglio le tecnologie per la virtualizzazione e per il cloud computing, che fanno leva sui concetti di self-service e on-demand, è possibile aumentare sensibilmente il grado di efficienza del data center e questo consente alle aziende di rispondere più velocemente alle mutevoli esigenze del mercato e di ridurre il time to market di tutti i servizi che creano valore in termini di fatturato. Tali vantaggi hanno inevitabilmente un effetto positivo sulla competitività dell’azienda stessa e questo rappresenta il vero ritorno sugli investimenti It.

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