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Come la viticoltura sta passando all’Internet of things

Il consumo di vino è in crescita, ma il volto dell’industria della viticoltura sta cambiando, afferma l’Organizzazione internazionale dela vigna e del vino (OIV). Il vino sta trovando nuovi clienti in grandi paesi come il Brasile, e tra le generazioni più giovani. E i vignaioli europei subiscono la sfida di nuovi produttori in Cina e in Canada.

Parliamo di un settore che dovrebbe valere 4,2 miliardi di dollari entro il 2022, secondo gli analisti di Mordor Intelligence, perciò non sorprende che i produttori di vino si stiano rivolgendo alla tecnologia per migliorare la produzione e aumentare le quote di mercato.

Uno dei maggiori problemi per la viticoltura è la mancanza di controllo sulle condizioni meteo per la coltivazione dell’uva: la variabilità dell’annata è più alta nei luoghi dove il tempo più mutevole. Una vendemmia scadente comporta un calo drastico delle entrate per i produttori di vino e quantità molto più limitate, alzando i prezzi per il consumatore.

L’Università di Adelaide ha sviluppato un’app che misura la crescita della chioma della vigna per gestire l’equilibrio tra dimensione delle foglie e produzione di frutto e migliorare così il raccolto. Le viti con grande chioma portano meno uve, e di qualità inferiore.

Le letture manuali utilizzate in precedenza richiedevano molto tempo, mentre utilizzando l’app VitiCanopy, l’enologo scatta una foto della vite con lo smartphone e ottiene una lettura. Una funzionalità GPS mostra dove le chiome hanno bisogno di essere sfrondate.

Francesca Puggioni, General Manager – Southern Europe Cluster di Orange Business Services ci spiega che grazie ai progressi dell’IoT in altre colture agricole, l’industria vinicola ha notato il potenziale per monitorare il vigneto, migliorare qualità e rese.

La maggior parte dei vigneti traccia i dati, ma gran parte della raccolta è manuale e l’analisi richiede molto lavoro. L’IoT ha il potere di fornire dati di intelligence in modo semplice e rapido per migliorare la pianificazione e la sostenibilità dei vigneti.

Francesca Puggioni, Orange Business Services

Nel terreno vengono collocati sensori wireless bassi e robusti che monitorano la salute e le condizioni delle viti. Questi sensori funzionano a batteria o tramite dispositivi di raccolta dell’energia, come i pannelli solari.

I dati vengono raccolti e trasmessi al cloud per monitorare i livelli di salute della vite, per esempio, o per prevedere il momento ottimale per la vendemmia. La connettività è fornita tramite reti a bassa potenza come LoRaWAN.

La connettività a bassa potenza e lungo raggio di LoRaWAN le rendono ideali per le applicazioni IoT in vigna perché possono gestire sia le lunghe distanze sia i vincoli posti da terreni accidentati e remoti su cui alcuni vigneti sono piantati.

In alcuni luoghi la sperimentazione di IoT in viticoltura è già cominciata. Lo Château Kefraya, nella Bekaa Valley in Libano, ad esempio, sta testando le applicazioni e i sensori IoT di Libatel in tutta la tenuta per raccogliere dati preziosi, tra cui la temperatura del suolo e dell’acqua e l’umidità.

I dati, trasmessi attraverso una rete LoRaWAN a bassa potenza e lungo raggio, sono visivamente presentati come grafici sui dispositivi mobili degli ingegneri agricoli, che possono in questo modo valutare le condizioni del vigneto. Questo consente già oggi grandi risparmi in termini di tempo e lavoro.

Quattro vigneti nella valle della Mosella, in Germania, stanno sperimentando TracoVino, una soluzione IoT progettata per monitorare da remoto i vigneti. Una piattaforma di sensori ad energia solare e una piattaforma di controllo misurano le variabili meteorologiche e l’intensità solare insieme all’umidità delle foglie di vite e al PH del terreno.

L’enologo riceve avvisi e analisi predittive che possono aiutarlo a determinare i tempi ottimali per le attività di routine come i trattamenti in vigneto.

In Canada, dove la vitocoltura sta attraversando un periodo di crescita che contribuisce per circa 8 miliardi di dollari all’economia del paese, secondo la Canadian Vintners Association, i viticoltori stanno esplorando soluzioni IoT che possono aiutarli a gestire condizioni atmosferiche inaspettate con un impatto diretto su qualità e resa del loro raccolto.

Bell, BeWhere e Huawei hanno implementato un sistema IoT automatizzato nel vigneto Henry of Pelham a St Catherins, in Ontario. La cantina ha collocato una serie di sensori wireless ambientali collegati a una rete LTE-M per monitorare le viti. I dati raccolti consentono di intervenire immediatamente sui cambiamenti di temperatura, come ad esempio accendendo ventilatori antigelo.

Non sono solo i vigneti a beneficiare dei dati provenienti dall’IoT. I sensori collegati a IoT possono anche aiutare nel processo di vinificazione, ad esempio monitorando la fermentazione, con il risultato ultimo di produrre vini migliori.

Le tecniche tradizionali della viticoltura sono ancora importanti nell’industria del vino, ma la tecnologia può essere di grande aiuto nella protezione delle viti e del terroir. Il barone Philippe de Rothschild, ad esempio, sta sperimentando un robot presso il suo Château Clerc Milon per aiutare nella coltivazione del suolo e per diserbare le viti. Oltre a ridurre i compiti più faticosi, consentirà di limitare l’uso di combustibili fossili nei vigneti.

Il robot di Château Clerc Milon, battezzato Ted, è il primo di una generazione di nuove entusiasmanti tecnologie che vedremo impiegate in futuro sui vigneti ad alta densità.

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