Visual Studio .Net candida Microsoft fra i big dei servizi Web

La beta 2 dell’atteso tool di sviluppo, presentata da Bill Gates in persona al TechEd di Atlanta, rappresenta, di fatto, il perno di tutta la strategia produttiva .Net. I clienti che attualmente stanno testando lo strumento potranno poi commercializzare il codice prodotto.

“Il nostro obiettivo è fornire agli sviluppatori una suite e un ambiente di sviluppo che permettano di avviare rapidamente servizi Web”. Così si è espresso Bill Gates in sede di presentazione della release beta 2 di Visual Studio .Net, vero e proprio perno degli sviluppi produttivi legati alla strategia .Net del costruttore. Dal punto di vista tecnico, le sfide del nuovo tool sono di tipo dimensionale e comprendono la volontà di permettere lo sviluppo di applicazioni Windows con la nuova sintassi del linguaggio Visual Basic .Net, l’integrazione delle applicazioni grazie a C#, la costituzione di procedure di chiamate al database e lo sviluppo di servizi Web. Le principali innovazioni riguardano, in particolare, quest’ultimo punto. Il tool, infatti, consente la creazione di applicazioni che integrano il protocollo Soap (Simple object access protocol), i servizi di directory Uddi e i formalismi Wdsl (Web services description language), per definire il tipo di componente Web invocata, il suo indirizzo e i parametri di chiamata.

Visual Studio .Net si basa sull’ambiente .Net Framework Sdk (Windows Nt Sp 6, Xp/2000), presentato in versione beta 1. Il suo ruolo è di fondare e poi dichiarare la chiamata alla quale un programma marchiato .Net intende procedere. A titolo di esempio, Ado.Net (Active Data Objects .Net) definisce le richieste per il database, Mobile Information Server Toolkit (ora in beta 2.0) punta sulla posta di cui si vuol fare oggetto di consultazione wireless, mentre Asp.Net (Active Server Pages .Net) controlla quali applicazioni rilasciate sul Web saranno sviluppate da utenti remoti. .Net Framework Sdk eredita anche altre funzioni, ovvero la gestione del traffico dei dati fra applicazioni e l’etichettatura delle chiamate a un programma. Il protocollo Com (Component Object Model contribuisce all’interno di una rete locale, mentre Soap si concentra sulle chiamate via Internet. Quanto all’etichettatura di un servizio Web in un client Windows, avverrà, come per tutti i programmi, nelle basi dei registri del sistema operativo.

Visual Studio .Net è disponibile per il download sul sito Msdn, previa registrazione. Sono proposte due versioni: Enterprise Architect si indirizza ai capi progetto e mette l’accento sull’architettura logica di uno sviluppo, mentre Enterprise Developer si concentra sul codice e sulla produzione di assemblaggi di servizi e applicazioni. In sostanza, il nuovo ambiente rappresenta l’anello mancante fra la gamma di soluzione server .Net e i protocolli che Microsoft ha cosviluppato per la gestione di servizi Web (Soap, soprattutto). In questo senso, la beta 2 non rappresenta altro che un aggiornamento. Per la casa di Redmond si tratta però di un passaggio importante, la concretizzazione di una visione, perdipiù personalizzata per gli utenti Internet (prenotazione Hailstorm, directory Uddi).
Come citato prima, alla base c’è la nuova sintassi di Visual Basic .Net, che sposa il preesistente linguaggio di programmazione a Xml. Questo decimo motore contiene, secondo il costruttore, circa 70 cambiamenti importanti, tanto da lasciare intendere che si tratti di un linguaggio completamente nuovo. Essendo peraltro anche più complesso, costringerà gli utenti a un serio aggiornamento dei metodi di lavoro. A parziale supporto, tuttavia, Microsoft propone il programma Asp.Net Go Live License, che permetterà a 2 milioni e mezzo di clienti che stanno testando l’ambiente Visual Studio .Net di commercializzare autonomamente il codice che produrranno. È la prima volta che la casa di Redmond, su pressione dei propri clienti, altera i termini di licensing sul codice, ma in compenso chi firmerà non riceverà supporto.

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