Videogiochi: Aesvi dà spazio agli sviluppatori

In un mercato italiano che Gfk Retail conferma sopra il miliardo di euro in termini di fatturato, l’Associazione Editori Software Videoludico Italiana lancia Aesvi 4 Developers per coinvolgere nuovi attori del mercato. In 12 hanno già detto sì.

Si chiama Aesvi 4 Developers e rappresenta la strada intrapresa dall’Associazione Editori Software Videoludico Italiana per accogliere gli sviluppatori di videogiochi italiani, che siano già costituiti in forma di impresa e che abbiamo già realizzato almeno un videogioco che sia stato distribuito commercialmente negli ultimi tre anni. «L’intento – come spiegato da Thalita Malagò, dal 2005 segretario generale Aesvi – è trasformare la nostra in un’associazione realmente rappresentativa dell’intera filiera che compone il mercato di riferimento».

E l’annuncio non poteva arrivare in momento migliore, visto che il fatturato snocciolato da Barbara Riatti, in qualità di group account manager Gfk Retail and Technology Italia, parla di un mercato, quello dei videogiochi, che per il terzo anno consecutivo ha riportato un fatturato superiore agli 1,1 miliardi di euro confermando il nostro Paese tra i top 5 della classifica europea alle spalle di Gran Bretagna, Francia, Germania e all’ormai vicinissima Spagna, dalla quale ci separerebbero solo 18 milioni di euro di revenue.

Non va, altrettanto bene per quanto riguarda lo sviluppo e la produzione di videogiochi dove, a livello internazionale concorrono soprattutto Stati Uniti, Giappone e, più recentemente, il Canada «grazie a una serie di politiche pubbliche di incentivazione e promozione dell’industria dell’intrattenimento interattivo» ricorda Malagò, di cui si sente parlare anche in Inghilterra, Francia, Germania e nei Paesi Scandinavi, da cui provengono molti dei titoli che hanno caratterizzato l’industria dei videogiochi negli ultimi anni.

Ma tant’è. L’iniziativa dell’Aesvi sembra essere piaciuta, visto che sono già una dozzina le realtà dislocate lungo tutto lo Stivale che hanno aderito all’associazione attratte dalla volontà espressa da Malagò di «tradurre il loro talento in opportunità di business concrete». A due condizioni: una di mercato, sviluppando su nuove piattaforme tipologie di gioco diverse da quelle tradizionali rivolte non solo al mercato nazionale, e una di Sistema Paese, ricercando investitori pubblici e privati, trasformando gli skill in professionalità «e dando voce al talento, che da noi non manca di certo».

Al momento, ad aderire al programma fin dal day one, sono state Activart, Adventure’s Planet, Consorzio Milonga, Double Jungle, Dp Studios, Digital Tales, Forge Reply, Koala Games, Magic Dream Games, Milestone, Ubisoft Studios e 505 Games. Tutte giovani realtà che, dal Veneto alla Campania, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo fino alla Lombardia, dalla console di ultima generazione al pc, progettano utilizzando dalle piattaforme mobili all’online, fino ai social network che, anche in quest’ambito, stanno offrendo nuove opportunità di business.

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