Vanco indaga nel mondo dei servizi Vpn

I motivi che spingono le aziende cambiano il fornitore di servizi di telecomunicazioni in una ricerca commissionata dallo specialista di reti virtuali a Icm e condotta a livello europeo.

28 maggio 2003 Se non si è soddisfatti del fornitore di servizi VPN può interessare sapere che la bassa qualità del servizio è una delle principali motivazioni che hanno portato le aziende a cambiare fornitore di servizi di telecomunicazione, perlomeno questo il principale risultato di una ricerca che Vanco, operatore di rete virtuale, ha commissionato a Icm e che è stata condotta tra i responsabili dei sistemi informativi delle principali aziende europee, un contesto, quindi, abbastanza simile a quello italiano. La ricerca è stata effettuata all’inizio di quest’anno intervistando 382 direttori IT in alcune delle maggiori società in UK e nel resto d’Europa, considerando nella ricerca società che hanno avuto una spesa minima su base annua relativamente alla rete geografica di almeno 400mila Euro.

La ricerca ha rivelato che la prontezza dello staff nel rispondere ai problemi e la capacità di organizzare velocemente uno spostamento di sede o una riconfigurazione sono determinanti per la soddisfazione del cliente. ICM ha inoltre rilevato che, da questo punto di vista, il posizionamento di Vanco risulterebbe superiore rispetto a competitor come Equant o BT, e questo come conseguenza della strategia di Vanco consistente nell’investire nelle relazioni con la clientela piuttosto che in mere infrastrutture. In sostanza, sembra di leggere tra le righe, i clienti di un erogatore di servizi preferiscono che il carrier sia veloce a rispondere alle chiamate di intervento e alle esigenze di supporto piuttosto che guardare alle potenzialità e ai megabit della rete trasmissiva.

Potrebbe sembrare un azzardo, ma meno tecnologia e più servizi sembra che siano stati una scommessa che Vanco sta vincendo, almeno se si guarda ai risultati annunciati in un incontro con il management italiano e europeo.
In base ai risultati preliminari per l’anno fiscale terminato lo scorso 31 gennaio 2003, la società ha infatti un giro d’affari che ha raggiunto gli 81,1 milioni di euro, con un aumento del 43% rispetto l’anno precedente, aumento che ritiene dipenda proprio in maggior parte dal modello di business adottato.

Va detto però che la società opera in una fascia di aziende medio alta che tipicamente viene meno toccata in caso di crisi, mentre molti operatori si sono trovati esposti su fasce aziendali medio basse o verso un mercato consumer che ha risentito particolarmente del mercato.

I risultati sono comunque significativi di come i clienti si aspettino spesso più fatti e servizi e meno tecnologia. Secondo quanto illustrato da Marco Milan, country manager per l’Italia, la società ha avuto un profitto operativo di 1,7 milioni di euro che è rimasto in linea con le aspettative e risultati che riflettono l’espansione della società verso un mercato globale.

In crescita anche i clienti che hanno scelto Vanco per la gestione delle proprie reti, che sono distribuiti su 65 paesi rispetto ai 39 dell’anno precedente e che comprendono società come Virgin Megastore, Saatchi&Saatchi, Financial Times, Tenovis, Avis, Ford, e a livello italiano Vedior, Jefferson Smurfit, Amplifon e Brevini Riduttori.

La società è nata nel 1988 in Inghilterra ed attualmente è presente in 17 nazioni, con sedi in Inghilterra, Germania, USA, a Madrid, Amsterdam, Milano, Hong Kong, Singapore, Tokyo, Sydney, Johannesburg, Buenos Aires, San Paolo e Dubai.
In Italia (www.vanco-italia.it) è presente dal 1998, con l’obiettivo di supportare le esigenze delle società internazionali già clienti. Dall’inizio del 2002 la sua strategia punta anche all’allargamento del proprio parco clienti. Ha un’offerta costituita da soluzioni personalizzate che includono progettazione, configurazione, realizzazione e monitoraggio della rete del cliente anche sotto il profilo della sicurezza. Dispone anche di diversi Network Operation Centre (NOC), presenti nei vari Paesi (inclusa l’Italia), dai quali è in grado di effettuare 24 ore su 24 il controllo delle infrastrutture e controllare a livello end-to-end le prestazioni delle reti geografiche in termini di tempi di risposta dell’infrastruttura e anche le performance delle applicazioni business critical dei clienti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome