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Universal CPE: cos’è e perchè serve alle nuove reti

L’Universal CPE è destinato a svolgere un ruolo importante sulle Software Defined Network perchè semplifica la gestione.

Da tempo le apparecchiature per l’infrastruttura di rete che le aziende hanno in sede sono composte di più parti differenti, con una funzione specifica, in genere provenienti da più fornitori. Magari una società acquista il router da un fornitore, il firewall da un altro, un acceleratore WAN da un’altra parte e un controller LAN wireless altrove.

Questo è un ambito di contesa per le aziende, perché può diventare complicato, non se ne vede l’utilità e naturalmente non è molto conveniente. Quindi, non sarebbe meglio se le aziende potessero disporre di un singolo hardware multifunzione per supportare tutte queste funzioni su tutta la rete?

Parliamo della soluzione Universal Customer Premise Equipment, con Massimo Ceresoli, ‎Head of Business Solutions – Southern and Central Europe di Orange Business Services.

Il modello Universal CPE e il rapporto con l’SDN

L’idea al cuore dell’SDN è semplificare le cose all’interno di una rete sempre più complessa. Utilizzando solo le funzioni di rete virtualizzate (VNF) nel momento in cui sono necessarie, si conservano le risorse e non si perde tempo, larghezza di banda e denaro. L’Universal CPE porta una simile evoluzione e simili vantaggi.

Massimo Ceresoli OrangeCollocando due o più funzioni di rete su un pezzo universale di hardware, le organizzazioni riducono immediatamente il capitale investito in apparecchiature e soprattutto, proprio come con l’SDN, semplificano la distribuzione di funzioni di rete cruciali all’utente finale. In un momento in cui le VNF aiutano l’IT a rendere più efficace, agile e on-demand fornire servizi agli utenti finali, la capacità di farlo da un’unico sistema centralizzato in sede è un vantaggio.

Cosa deve offrire una piattaforma Universal CPE

Una piattaforma Universal CPE deve essere in grado di fornire una serie di funzionalità. Dato che le sedi dei clienti differiscono notevolmente quanto a dimensioni, un’offerta tale deve essere in grado di corrispondere a una diversa gamma di prezzi offrendo al contempo una forte capacità di calcolo e di rete.

Prendiamo a esempio il caso di un’azienda che ha bisogno di creare filiali in modo rapido e facile senza perdere in prestazioni, connettività o sicurezza: l’Universal CPE può essere la scelta ideale.

Una piattaforma siffatta deve anche essere in grado di offrire una gamma completa di VNF e di supportare le altre più importanti opzioni di gestione di NFV. Questo in pratica significa che la piattaforma Universal CPE deve essere a prova di futuro, in modo tale da poter essere aggiornata su richiesta e da supportare i cambiamenti dei requisiti di prestazione delle applicazioni nel tempo. Infine, per avere successo e fornire i vantaggi desiderati, la piattaforma uCPE deve avere o far crescere un ampio ecosistema di partner e integratori di sistemi per aiutare a creare un processo di miglioramento continuo delle funzionalità.

Quanto costa?

Per il momento l’Universal CPE non è ancora allettante come si vorrebbe che fosse, ammette Ceresoli. Ma lo scenario è destinato a cambiare: già oggi alcune organizzazioni si rendono conto dei benefici immediati, evitando costi di installazione hardware o costi di spedizione del kit fisico. Orange sta lavorando con i fornitori per capire come continuare a ridurre i CAPEX necessari per l’Universal CPE e così renderlo ancora più interessante per le organizzazioni.

Nel complesso, i benefici che può portare sono grandi e potenzialmente forieri di grande cambiamento per molte organizzazioni. L’installazione più semplice dell’hardware consente di mescolare e abbinare VNF su più siti aziendali; in più viene meno anche la necessità di apparecchiature di rete proprietarie e così di competenze specifiche, rendendo la gestione molto più facile.

È possibile distribuire, riconfigurare e modificare le funzioni di rete a seconda delle necessità, in più siti, in modo rapido e conveniente e senza che questo comporti modifiche hardware. In sintesi, un dispositivo è in grado di eseguire qualsiasi funzione di infrastruttura di rete – basta dirgli cosa fare.

Ceresoli è convinto che l’Universal CPE diventerà una tendenza importante per i fornitori di servizi. «A lungo termine, crediamo che l’offerta uCPE darà ai clienti una vasta gamma di VNF tra cui scegliere, in pratica, un catalogo di VNF, che potrebbero essere VNF di Orange o di altri fornitori o anche, a un certo punto, VNF dei clienti stessi. Crediamo che, per quanto possibile, i VFN dovrebbero stare all’interno della rete, in modo da aiutare i clienti a innovare in modo semplice e conveniente. Al momento, inoltre, stiamo provando i router virtuali per Ethernet, grazie ai quali i clienti non hanno bisogno di installare un router fisico, basterà un router virtuale gestito in autonomia, che garantisce un maggiore controllo».

L’obiettivo è l’utilizzo globale di Universal CPE per tutti i clienti entro il 2018.

 

 

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