Unioncamere, le “imprese rosa” sfiorano quota 1,3 milioni

Le imprese femminili hanno raggiunto quota 1.295.942. A sostenerlo è l’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, sulla base dei dati del primo trimestre 2015. Le “imprese rosa” si incontrano nelle attività di servizi per la persona, dove le imprenditrici rappresentano il 58,63% del tessuto imprenditoriale del settore, l’assistenza sociale non residenziale (56,88%), la confezione di articoli di abbigliamento (42,59%), i servizi di assistenza sociale residenziale (40,06%) e le agenzie di viaggio (37,42%).

Le imprese artigiane a guida femminile sono 214.815 e rappresentano quasi il 16% del totale imprese artigiane esistenti al 31 marzo 2015. La mappa dell’impresa femminile un po’ si modifica, accentuando l’apporto, in diversi casi davvero sostanziale, ad alcuni dei settori di punta del made in Italy. In questi ambiti, l’universo dell’impresa femminile del 2015 si ricongiunge con le tradizioni radicate nei territori. Infatti, l’incidenza dell’imprenditoria artigiana femminile, oltre a essere determinante nelle altre attività dei servizi alla persona (64,17%), nelle attività creative, artistiche e di intrattenimento (50,46%), nei servizi di informazione (45,97%), diventa addirittura maggioritaria nella confezione di articoli di abbigliamento (55,94%), e assume un notevole peso specifico nel tessile (dove la componente femminile incide sul totale degli artigiani per il 42,30%), con punte del 50% di imprenditrici impegnate nell’arte del finissaggio dei tessuti, del 47% nel confezionamento di articoli di biancheria per la casa, del 57% nella fabbricazione di altri materiali tessili (quali nastri e passamanerie) e del 42,3% nella realizzazione di tulle, pizzi e ricami. Importante, inoltre, l’apporto femminile all’artigianato legato alla fabbricazione di bigiotteria (52,89%), alle lavorazioni in ceramica e porcellana (42,41%) alla fabbricazione di articoli in pelle (31,09%) ed all’alimentare (25,32%).

Molise, Basilicata e Abruzzo sono le regioni nelle quali le donne d’impresa “pesano” di più sul totale, superando in tutti e tre i casi il 25%, e Benevento, Avellino, Chieti e Campobasso le province a maggior tasso di femminilizzazione, la distribuzione delle imprese artigiane in “rosa” è più rilevante della media in Abruzzo, Marche, Umbria e Toscana (con quote del 18%). Prato, Chieti, Fermo e Teramo guidano la medesima classifica della partecipazione femminile all’impresa artigiana a livello provinciale.

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