Un’infrastruttura realtime

Un substrato It ottimizzato è il presupposto per l’agilità d’impresa. Ne è convinta Unisys, che propone hardware (Intel based) e supporto

Oggi per vendere tecnologia di infrastruttura in ambienti mission critical bisogna essere integratori e consulenti. Lo sa bene Unisys, la cui divisione Systems & Technology genera dai servizi più del 50% del fatturato. Ma anche la pura infrastruttura, seppur "commodity", deve saper offrire valore aggiunto. Qui Unisys ha sposato la visione di realtime enterprise patrocinata da Gartner. «Abbiamo cercato di interpretare il cammino che Gartner suggerisce alle aziende con la nostra 3D-VE, o Visible Enterprise – ha spiegato Claudio Guerrini, country marketing manager Systems & Technology di Unisys Italia -. Abbiamo approntato soluzioni che possono fornire un aiuto alle aziende nel percorso evolutivo».


Gartner distingue alcuni livelli per descrivere la maturità di un’infrastruttura. Al primo corrisponde un ecosistema totalmente dipartimentalizzato. Un quadro assai comune fino a qualche anno fa e che tutt’oggi è presente. Lo stadio successivo prevede una prima forma di consolidamento, mentre l’ultimo step concepisce un’infrastruttura in grado di reagire rapidamente al cambiamento delle esigenze.


Una delle proposte Unisys che incarna tale visione è la realtime capacity, un concetto basato sull’erogazione di capacità elaborativa in funzione di ciò che serve in quel momento. «Non è un concetto nuovo (infatti è proposto in varia veste anche da altri venrdor, ndr) – ha precisato Guerrini – ma lo è per il mondo Intel, su cui puntiamo come piattaforma di riferimento per la standardizzazione». La realtime capacity si attua mediante sistemi con processori dormienti, attivabili con chiavi elettroniche. Le macchine portatrici sono i server Es7000, con configurazioni 4+4 (4 processori Intel a 32 e 64 bit attivi e quattro inattivi), 8+4, 12+4. I sistemi operativi supportati sono Windows Server 2003 e Linux (Red Hat e Suse). Oltre ad attivare perennemente i processori, è possibile optare per intervalli brevi. Attualmente la chiave prevede un limite di 15 giorni, ma in futuro sarà offerta maggiore flessibilità, magari per un solo giorno (per esempio, per batch notturni).


Non mancano strumenti Unisys in ottica realtime enterprise in area sicurezza, in particolare nella business continuity. Novità recente è SafeGuard 30m, anche questo su piattaforma Intel. «È l’unica soluzione in ambiente cluster Microsoft che dà la possibilità di creare un sito di disaster recovery o di business continuity senza il vincolo che i nodi siano gemelli – ha detto Guerrini -. Inoltre abbiamo rimosso il vincolo della distanza: la certificazione Microsoft è stata effettuata tra la costa est e ovest americane, ma solo perché sono i nostri uffici più distanti». Il tempo di ripristino dichiarato è inferiore ai 30 minuti.


La proposta della casa americana annovera, poi, soluzioni per impostare il consolidamento di server e storage. «Qualche anno fa abbiamo realizzato un tool che in due ore è in grado di scoprire come è fatta l’informatica distribuita di un’azienda – ha spiegato il responsabile -. Abbiamo di recente aggiunto un servizio che consente di trasformare i dati in figure tridimensionali navigabili, con una visione d’insieme che permette di capire dove si può iniziare a operare». Nei progetti di consolidamento, Unisys offre pacchetti per la discovery da 0 a 50 server, da 50 a 100 server e così via. Ovviamente, il ritorno sull’investimento è più grande dove la dispersione è maggiore.


In generale, la "macchina" Unisys per fare il consolidamento in modo dinamico si basa sul partizionamento con sistemi fino a 32 processori. Accanto vi sono funzioni di gestione, che consentono di associare applicazioni e risorse. «E poi, come tutti – ha aggiunto il manager – sfruttiamo la virtualizzazione, che però è un ulteriore livello di flessibilità e non l’unica risposta».


In futuro i sistemi di consolidamento saranno enormi e dotati di virtualizzazione spinta. Si parla di oggetti che, in un unico box, potranno essere ripartiti in 1.000 server virtuali. Unisys conta di arrivarci tra due o tre anni, anche in virtù di un recente accordo di produzione con Nec.

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