Una intercreatività figlia degli open data: il futuro secondo Tim Berners Lee

A Trento l’inventore del World Wide Web parla di un futuro nel quale i dati raccolti da governi e aziende potranno alimentare comunità online, anche locali, in un’ottica creativa.

È senza dubbio la star della terza giornata degli Ict Day di Trento, l’appuntamento che fino al 23 marzo rende il capoluogo trentino il punto focale della riflessione sulla ricerca tecnologica.
Nell’evento che fa di Trento “Il punto di incontro tra malghe e microchip”, secondo la brillante definizione del presidente della Provincia Autonoma di Trento Alberto Pacher, la presenza di Tim Berners Lee, sir Tim Berners Lee, inventore del World Wide Web è fondamentale per spostare il focus ben al di là della pura tecnologia.

Il tema centrale, per Berners Lee, sta tutto nei dati, per poi spostarsi alle community.
Gli open data sono al centro del suo keynote di Trento, visti in un’ottica che va  oltre l’aspetto governativo.
“C’è una forma di egoismo nella scelta dei governi di portare le loro attività on line –, sostiene Berners Lee con evidente gusto del paradosso – perché sono ben consapevoli che quando tutti saranno connessi potranno davvero risparmiare”, lasciando ogni riflessione sul digital divide alle orecchie di deve intendere.

Ma i dati che interessano a Tim Berners Lee vanno per l’appunto al di là degli open government data e abbracciano tutti i dati raccolti nelle modalità più disparate.
“Cosa accadrà in futuro, quando sia i governi sia le aziende accumuleranno quantità incredibili di dati personali”? si domanda, spostandosi sull’altro punto forte della,sua riflessione: la condivisione.
“Se si sceglie di condividere questi dati è possibile capire ad esempio quanto e come un gruppo sociale sta migliorando il proprio livello di salute” .
Ed è qui che open data e personal data si incrociano.

Non è un tema tecnologico, sia chiaro.
Qui si parla di realizzazione di community on line, anche in una logica territoriale, basate su un’idea di condivisione, di sharing che va oltre la cultura tradizionale.
È un nuovo modo di intendere le wave che si sviluppano on line: un flusso creativo che prende spunto dalle idee che nascono dalle community alle quali si partecipa, da un enorme quantitativo di conoscenza condivisa.
“Ciò di cui abbiamo bisogno è la creatività di gruppo”.
Intercreatività si chiama.
E potrebbe non essere la buzz word di un giorno.

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