Una best practice in riva al mare

Il progetto Galileo, che porta il wifi gratuito su 9 chilometri di costa romagnola è ben più di un programma di promozione turistica. E’ un esempio concreto di come si può fare sistema.

La notizia apparentemente è di quelle da ombrellone.
Letteralmente.
Nove chilometri di spiaggia, tra Cervia, Pinarella e Milano Marittima, coperti da WiFi. 650.000 turisti che dal 20 giugno in poi potranno, tranquillamente sdraiati sotto l’ombrellone, consultare la posta, navigare in Internet, tenersi aggiornati sulle ultime notizie o aggiornare a loro volta profili e status sui social network, trovare tutte le informazioni turistiche di loro interesse, senza perdersi in lunghe code agli uffici turistici e senza muoversi dalla spiaggia.

Apparentemente una “non novità”, dal momento che le spiagge WiFi sono proliferate negli ultimi anni un po’ ovunque lungo le coste italiane.

In realtà, ed è questo il vero elemento premiante del progetto di Cervia, non si tratta di 10, 20 o 100 spiagge wireless: si tratta di un esempio concreto della capacità di fare sistema, della quale tanto si parla ma che è così difficile vedere messa in pratica.

Gli oltre 200 stabilimenti che si estendono lungo i nove chilometri di questo tratto di costa romagnola sono tutti compresi nello stesso cono wireless. In una iniziativa che coinvolge la microimpresa e l’impresa innovativa, senza distinzione. Perché promossa super partes dalla Cooperativa Bagnini di Cervia, che garantisce la banda larga gratuita a ciascuno stabilimento, purché a sua volta consenta l’accesso gratuito a tutti i suoi ospiti. Perché, come sostiene Danilo Piraccini, presidente della Cooperativa Bagnini di Cervia, ”La competizione turistica deve giocarsi su progetti di sistema, che si proiettino su scala nazionale”.

La volontà di una cooperativa di impresa, la Cooperativa dei Bagnini che coinvolge oltre 200 imprenditori, un partner forte, Acantho che si è occupato della realizzazione infrastrutturale, un ente pubblico, il Comune che ha dato la sua disponibilità a supportare il progetto: questi i tre ingredienti di una iniziativa che sarebbe bello diventasse best practice.

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