Una banca nuova con l’It. Per chi?

Una ricerca Accenture-Sap: la prima idea di Cfo e Cio bancari è per la competitività, da trovare rinnovando i processi di base, investendo, ma anche risparmiando costi. I dipendenti di filiale ricordano che c’è da farlo per l’utente.

Accenture e Sap hanno sponsorizzato una ricerca mondiale sulle banche e sulla loro tecnologia. Lo scopo era di arrivare a un quadro dello stato dell’arte dei sistemi informativi che fosse in grado di indicare lo sviluppo delle architetture che gestiscono i nostri soldi.


Per le interviste in Nord America e nell’area Asia-Pacifico la ricerca è stata condotta da Celent, una società di consulenza per il settore dei servizi finanziari, per quelle ai dirigenti europei e ai dipendenti di filiale mondiali, da Novametrie, una società di ricerca europea specializzata nelle indagini nel settore dei servizi finanziari. Le interviste sono state condotte da marzo a luglio in 17 paesi. La Efma (European Financial Management and Marketing Association) ha collaborato come sponsor operativo. Sono stati sentiti 147 dirigenti senior provenienti da 70 banche. Di questi, il 45% era costituito da dirigenti di area It (Cio et similia) e il 55% da dirigenti di area bancaria (come dire, Cfo e affini). Sono stati anche intervistati 1.300 direttori e dipendenti di filiale.


Dalla ricerca emerge un tratto, se vogliamo, banale: le banche hanno la necessità di aggiornare i propri sistemi tecnologici di base, ormai obsoleti. L’aggiunta è meno banale: gli serve per restare competitive. Quindi, d’acchito, non si parla di sicurezza dell’utente, ma di competitività.


La nota che facciamo noi, lievemente polemica, serve a indicare qual è la benzina del motore di aziende, in un certo qual modo, di servizio: la competitività. Poi, chi vuole può aggiungere che la competitività sul mercato la raggiungi solo se tratti bene il cliente, ma è comunque un fattore secondario, che arriva dopo sulla scala dei valori. Quasi istintivamente, la prima parola che le banche associano al concetto di innovazione, è “competitività”, e non “persona”.


La ricerca, a questo punto meritoria, di Accenture e Sap, è stata presentata al Sibos 2005, il forum del settore finanziario che si tiene ogni anno, a Copenhagen, in Danimarca.
Lo studio, dunque, stato redatto coinvolgendo complessivamente 1.500 addetti tra le prime cento banche del mondo. Banche di tutte le dimensioni e di tutte le latitudini: il 40% europee, il 30 dell’area asiatica, il 30 nordamericane.


Queste banche hanno descritto i servizi bancari “core” come l’insieme delle componenti It che gli consentono di gestire i prodotti e i servizi finanziari di base, tra cui i dati relativi ai clienti, i conti correnti, i mutui, le transazioni relative ai pagamenti e alle carte di credito.


Per il 70% dei dirigenti bancari sentiti, la scarsa flessibilità rappresenta il principale limite dei propri sistemi bancari core, e quasi la metà ha identificato nei costi di manutenzione elevati e nella mancanza di integrazione i fattori che ostacolano la competizione.


Pertanto, buona parte delle banche intervistate intende sostituire i propri sistemi di base entro cinque anni: il 30% in Europa, oltre il 35% nella regione Asia-Pacifico e oltre il 20% nel Nord America.


I problemi legati all’uso di sistemi obsoleti, identificati in particolare dai dipendenti di filiale, sono ascrivibili al loro impatto sulle modalità di lavoro.
Secondo i dipendenti di filiale, quasi il 40% della giornata lavorativa è occupato da attività di back-office (legate ai clienti, sia chiaro) anziché in rapporti diretti con la clientela. In particolare, nell’Asia-Pacifico indicano un impegno del 48% del proprio tempo, in Nord America e in Europa rispettivamente il 36 e il 34% del proprio tempo.
Il 38% è concorde nell’indicare che i tempi di risposta e l’integrazione delle varie applicazioni siano da migliorare. I tempi di risposta sono un problema particolarmente sentito in Europa (50%) mentre l’integrazione delle applicazioni è la preoccupazione principale nella regione Asia-Pacifico (41%) e nel Nord America (38%).


La metà, poi, evidenzia tra i problemi più ricorrenti il manifestarsi di ritardi frequenti e involontari, oltreché la mancata corrispondenza dei dati e una non adeguata comprensione delle esigenze dei clienti.


Per quanto riguarda il modo più efficace per incrementare il business presso i clienti, le differenze di opinione sarebbero che il 54% degli intervistati nella regione Asia-Pacifico sostiene che per farlo bisogna comprendere meglio le loro esigenze. Il 55% dei rispondenti in Europa e il 41% nel Nord America sostiene invece che è necessario dedicare più tempo ai clienti. Sembra, però, che sia la stessa cosa.


Comunque, ciò che emerge dai dipendenti di filiali, ovvero dalle “fanterie” che lavorano sul campo per cercare di convincere gli utenti a investire i loro soldi è che avere tecnologia core obsoleta è di ostacolo. Non c’è dubbio.


Secondo i dirigenti intervistati, sono due le motivazioni principali alla base della mancanza di flessibilità dei propri sistemi: il fatto che siano obsoleti e basati su tecnologie inadatte a sostenere la crescita futura, e che siano stati personalizzati nel corso del tempo, dando luogo a sistemi complessi resistenti al cambiamento e costosi da mantenere.


E questo è un fatto sostanziale, non nuovo (la favola più raccontata ai Cio delle banche per provare a farli dormire la sera è “c’era una volta il Cobol…”) che le banche, anche quelle italiane devono costantemente risolvere. Una delle vie, indicate da Accenture, è la semplificazione dei processi operativi con componenti flessibili.


Azzardiamo: Soa? Cioè, Service oriented architecture? Forse.


Ma un altro fattore significativo evidenziato dalla ricerca consiste nella differenza di aspettative tra i dirigenti aziendali e i dirigenti It riguardo al valore che un sistema bancario di base è in grado di apportare a una banca. Il 39% dei dirigenti aziendali vorrebbe un sistema incentrato sull’innovazione di prodotto, mentre i dirigenti It preferirebbero un sistema in grado di ridurre i costi (40%).


Già, i costi. Praticamente la metà dei dirigenti interpellati ha indicato come preoccupazione principale i problemi legati ai costi, dato che le banche spendono metà dei propri budget It nei sistemi core. Gran parte di questi fondi è destinata ai costi di sviluppo per l’acquisizione di nuove funzionalità di prodotto o di sistema all’interno delle architetture core. In particolare nell’area Asia-Pacifico, di norma, le banche spendono in attività di manutenzione il 70% del budget destinato ai sistemi core.


E fa osservare Sap che il settore bancario è entrato nell’era dell’industrializzazione, analogamente a quanto avvenuto nel settore produttivo anni fa. Ora si tratta di ottimizzarlo, con sistemi bancari core che possono consentire alle banche di risparmiare e di focalizzare la propria attività sui clienti per dare prodotti efficaci. Per farlo (dato che al cliente ci siamo finalmente arrivati) bisogna rinnovare i sistemi.


Gran parte dei dirigenti It intervistati indica che uno dei loro obiettivi è di dotarsi di un’architettura per componenti, orientata ai servizi (siamo arrivati anche alle Soa, dunque). Ma sono in pochi ad avere già attuato un piano d’azione legato alle tecnologie.
La maggior parte delle banche sembra però avere le idee chiare: 49% dei Cio e il 50% dei dirigenti aziendali intende raggiungere i propri obiettivi attraverso un percorso in primo luogo per linee di prodotto e in seconda battuta per area funzionale (28% e 29% rispettivamente).

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