Una Apple dei record sorprende Wall Street

Sono risultati da record, ancora una volta, quelli annunciati nella serata di ieri da Apple e che hanno decisamente superato le aspettative di Wall Street.
La società ha chiuso infatti il primo trimestre fiscale, che include il periodo natalizio, con un fatturato di 74,6 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 57,6 del pari periodo dell’anno precedente. Gli utili si sono attestati a 18,02 miliardianche in questo caso un record per una azienda quotata -, pari a 3,06 dollari per azione, contro i 13,07 miliardi, pari a 2,07 dollari per azione, del primo trimestre dello scorso esercizio fiscale. Entrambe le voci risultano superiori alle attese degli analisti, ferme a 2,6 dollari per azione in termini di utili e a 67,69 miliardi di fatturato.

Ma non si tratta solo del fatturato: sono tutti gli indicatori che risultano in crescita.
Nel periodo in esame la società ha venduto infatti 74,5 milioni di iPhoneladdove le attese erano ferme a poco meno di 70 milioni di unità – e, soprattutto, ha registrato un tasso di crescita, pari al 70% sul mercato cinese, dove le vendite sono state trainate sia dai nuovi iPhone 6 e iPhone 6 Plus, sia dalla partnership con China Mobile.
Nonostante le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, Apple ha smentito il fatto che le vendite sul mercato cinese abbiano superato quelle sul mercato nordamericano, nondimeno non v’è in Cina alcun segno di rallentamento conseguente alla situazione economica del Paese.

Significativo, sottolineano alcuni analisti, è anche l’incremento del 14% registrato nelle vendite di computer Apple, così come continua a non essere irrilevante il peso dei modelli precedenti di iPhone nelle vendite della società.

La presentazione dei dati di bilancio è stata anche l’occasione per un aggiornamento sul tema Watch.
Saltato l’appuntamento di San Valentino, su cui qualcuno sperava, ora si parla del mese di aprile. Nel frattempo, inrete circolano indiscrezioni sulla durata della batteria del nuovo dispositivo. Si parla di due – tre giorni in stand by o in modalità low power, dato che, se fosse confermato, rappresenterebbe già una prima occasione di delusione per un pubblico che dalla concorrenza già vanta durate di tempo superiori.

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