Un iPhone low cost? Ecco perché

L’ipotesi di un iPhone “per le masse” si fa più concreta se la si legge come contromossa di Apple per recuperare terreno rispetto ad Android.

La notizia sta tenendo banco da qualche settimana, ed è divenuta mainstream tra le fine dell’anno e questi primi giorrni del 213.
Confermato il dato che la concorrenza di Android sis ta facendo sempre più serrate e che la sua supremazia sul mercato degli smartphone non è più indiscussa, Apple deve mettere a punto una strategia di allargamento del raggio di fuoco,
Strategia che, inevitabilmente, finirà per passare attraverso il rilascio di modelli di fascia più bassa, con un price tag abbordabile per una numero crescente di potenziali utenti.

Stando alle ultime conferme, pubblicate stamane da Wall Street Journal, siamo oltre il ballon d’essai e Apple all’iPhone low cost ci sta lavorando davvero, con l’idea di lanciarlo quest’anno, probabilmente dopo l’estate.

Il punto, però, è come faranno a Cupertino a rendere meno costoso il melafonino.
Una delle idee che sembra riscuotere maggiori consensi in questo momento è che si possa trattare di un iPhone standard, realizzato tuttavia con materiali meno costosi. Questo significherebbe, ad esempio, l’adozione di una scocca in policarbonato, invece dell’alluminio utilizzato ad esempio in iPhone 5.
Altri componenti potrebbero invece essere recuperate dalle precedenti produzioni.

Per Apple non è una scelta facile.
Già con il lancio di iPad Mini, pochi mesi fa, la società sembrava aver preso una direzione nettamente diversa rispetto alle linee strategiche dettate a suo tempo da Steve Jobs, che trovava inconcepibili tablet con display inferiori di 10 pollici.
Ora, con un iPhone low cost, la società rischia di venire meno a un altro dei suoi punti fermi: offrire prodotti di fascia alta, in grado di garantire importanti marginalità.
E oggi iPhone per Cupertino rappresenta il driver principale delle vendite, arrivando a coprire, prodotti di corredo e servizi inclusi, il 48% del fatturato di Apple.
Su un iPhone meno costoso la società in realtà sarebbe al lavoro da almeno tre anni, senza mai decollare davvero, anche per i timori dei possibili impatti negativi di una produzione differenziata sull’intero ciclo della supply chain.

Ora, però, sono le condizioni di mercato che impongono un ripensamento.
Secondo I dati Idc, levendite di iPhone nel terzo trimestre dello scorso anno hanno rappresentato il 14,6 per cento del mercato mondiale complessivo, in calo rispetto al 23% di fine 2011.
Samsung, da parte sua, ha fatto l’exploit, raggiungendo una share del 31,3% dopo essere partita da un decisamente più modesto 8,8% nel terzo trimestre del 2010.

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