Un gestionale per nulla «ingessato»

Nata alla fine degli anni 70 da un’idea di Giovanni De Bastiani, professore di Ortopedia all’Università di Verona, Orthofix è oggi un’azienda che progetta, sviluppa, produce e distribuisce prodotti ortopedici per la colonna vertebrale, la ricostruzione …

Nata alla fine degli anni 70 da un’idea di Giovanni De Bastiani, professore di Ortopedia all’Università di Verona, Orthofix è oggi un’azienda che progetta, sviluppa, produce e distribuisce prodotti ortopedici per la colonna vertebrale, la ricostruzione e la traumatologia. Quotata al Nasdaq dal 1992, opera con sedi proprie in Stati Uniti, Sud America ed Europa e, attraverso una rete di distributori indipendenti, in altri 86 paesi. Nello Stivale, la società muove una forza lavoro di circa 140 risorse, tra impiegati e agenti di vendita, per un fatturato di 60 milioni di euro. Nonostante le grandi dimensioni e la diffusione capillare, Orthofix possiede una struttura It piuttosto snella. «Cerchiamo di affidare in outsourcing quasi tutti gli applicativi – esordisce Attilio Adami european It director dell’impresa – e, in totale, la squadra It è composta da una decina di persone». Tutte le business unit di Orthofix sono in ambiente Windows: «Siamo collegati con le altre società del gruppo tramite Active Directory – prosegue -. Utilizziamo Microsoft sia per la rete e il networking, sia per la posta elettronica, tramite Exchange». Nel 2005, in seguito al progressivo ampliamento del gruppo, attuato mediante alcune acquisizioni, la società ha iniziato un’importante opera di standardizzazione dell’infrastruttura It. Dopo una software selection iniziata a settembre 2006, Orthofix ha individuato Oracle come partner globale per l’implementazione del nuovo Erp. «Nel 2006 – continua Adami -, siamo partiti con due società americane, che fanno capo al data center di Dallas». L’azienda ha, poi, optato per l’implementazione di Oracle Business Suite anche in Italia, dove sono presenti un centinaio di desktop e una trentina di diverse partizioni di server virtuali. «L’obiettivo – puntualizza il manager -, era uniformare i processi e centralizzare le informazioni. Avere un gestionale unico, infatti, è per noi un grande valore aggiunto, perché ci permette di sfruttare tecnologie e soluzioni sviluppate in una realtà del gruppo replicandole nelle altre. Oggi il sistema è, come per le altre realtà, centralizzato presso il Ced di Dallas e accessibile via Web ai nostri operatori». Il centro stella di Orthofix è, difatti, situato nella capitale texana, anche se nelle altre sedi è presente una struttura hardware che copre applicazioni specifiche, come, ad esempio, alcuni gestionali verticali. A febbraio 2007 è iniziata, dunque, un’analisi approfondita di tutti i processi, che sono stati confrontati con quelli delle realtà statunitensi e uniformati. «Questa parte del progetto – evidenzia Adami -, si è conclusa lo scorso maggio e fino a ottobre siamo stati impegnati nelle personalizzazioni. A novembre, infine, siamo giunti ad avere un gestionale praticamente completo, il tutto in tempi compressi e nel rispetto dei costi. Fino alla fine dell’anno, poi, abbiamo lavorato al fine tuning, alla verifica dei dati e al controllo dei processi». Il nuovo Erp è andato live all’inizio dello scorso gennaio «partendo dalla supply chain, che comprende le operation aziendali, quindi, acquisti, produzione e distribuzione sul mercato – aggiunge -. Abbiamo anche incluso la componente delle vendite in Italia e le esportazioni/importazioni, oltre a utilizzare la parte finance». Nell’Erp sono stati integrati alcuni verticali già sviluppati negli anni precedenti in Orthofix, relativi alla gestione della qualità e alla pianificazione della produzione. «Questo perché – indica -, volevamo far partire il sistema in un tempo limitato, raggiungendo l’obiettivo di breve periodo di una completa migrazione sul nuovo gestionale, lasciando a una fase successiva la valutazione di eventuali soluzioni più approfondite». Nel progetto sono state coinvolte 15 persone part-time, mentre gli utenti del sistema sono una settantina. Tre sono le linee di sviluppo future dell’iniziativa. «Anzitutto – conclude Adami – stiamo già lavorando con attività di fine tuning al miglioramento di alcune funzionalità, per potenziare l’efficienza del sistema. Ancora, dovremo progressivamente implementare la soluzione presso le altre società del Vecchio Continente. Infine, stiamo valutando l’opportunità di sostituire alcuni verticali con moduli Oracle, per incrementare l’integrazione di tutti i processi».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome