Un forum spingera Ipv6

La settimana prossima sarà ufficializzata la costituzione dell’Ipv6 Forum, un consorzio che vedrebbe impegnati oltre venti tra i principali fornitori di tecnologia per le reti e i carrier delle stesse, in Nord America, Europa e Asia. Attualmente …

La settimana prossima sarà ufficializzata la costituzione dell’Ipv6 Forum,
un consorzio che vedrebbe impegnati oltre venti tra i principali fornitori
di tecnologia per le reti e i carrier delle stesse, in Nord America, Europa
e Asia.
Attualmente, lo sviluppo della prossima generazione dello standard Ip è
affidato all’Ietf, ma lo scopo del consorzio sarebbe soprattutto quello di
promuovere l’adozione del nuovo protocollo. Non si tratta, quindi, di
un’iniziativa antagonista, ma anzi parallela a quella dell’Ietf, tanto è
vero che chairman onorario del forum sarà nominato Vint Cerf, chairman
dell’Ietf e pioniere dello sviluppo di Internet.
Non sono tutti i membri, ma tra questi figurerebbero Bt, Ericsson, Nokia,
Telecom Italia, 3Com, Cisco, Microsoft, Hitachi e Ntt. Grossi nomi che
permetteranno un’azione su scala mondiale. Proprio la vastità
dell’iniziativa promozionale lascia intendere una forte volontà e una cert
a
urgenza di aggiornamento del protocollo.
Il problema principale sentito dall’Ipv4, inventato circa 20 anni fa, è il
limite sul numero di indirizzi che si possono creare. In teoria,
l’indirizzamento a 32 bit di tale standard dovrebbe consentire
l’assegnazione di un oltre 4 miliardi di indirizzi unici, che potrebbero
essere anche sufficienti. Ma in pratica, tale cifra è irraggiungibile a
causa dell’inefficienza del sistema di assegnazione. Ipv6 usa 128 bit,
consentendo l’indirizzamento di migliaia di miliardi di client Ip. Sembrava
che il sistema dovesse collassare subito, poi si è trovato l’escamotage de
l
Nat (Network Address Translator), che consente di utilizzare indirizzi Ip
multipli "privati" all’interno di una rete aziendale, traducendoli in un
unico indirizzo per l’esterno.
Il Nat, però, penalizza le prestazioni e, in certi casi, riduce le capacit
à
stesse della rete, impedendo alcune applicazioni. Inoltre, il successo del
protocollo Ip e lo sviluppo di servizi a valore aggiunto basato su di esso,
come la telefonia o la videoconferenza, ha fatto lievitare la necessità di
un elevato numero di indirizzi, ma anche di una serie di altre peculiarità
,
che Ipv6 soddisfa. La futura generazione del protocollo, infatti, ha altri
vantaggi, per esempio, in termini di quality of service e di sicurezza, ma
anche per quanto riguarda le prestazioni raggiungibili nel routing dei
pacchetti.
L’introduzione dell’Ipv6 è però lenta e tali benefici si possono sentire
solo quando la base di installato di nuova generazione sarà ampio. Di qui
il senso di un forum promotore, anche presso l’utenza finale. Il piano è
quello di introdurre gradualmente Ipv6 nell’arco dei prossimi quattro o
cinque anni, mantenendo, nel frattempo, la compatibilità con il software e
i dispositivi di rete esistenti e basati sull’Ipv4.

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