Un buon numero di espositori e di visitatori non basta per sconfiggere la

Giugno 2003, Forum Pa 2003 di Roma: 50mila visitatori e circa 400 espositori. Buoni numeri, certo, ma sembra che ci sia ancora molta strada da fare per poter affermare di vivere in uno Stato che sfrutta a dovere le potenzialità delle tecnologie …

Giugno 2003,
Forum Pa 2003 di Roma: 50mila visitatori e circa 400 espositori. Buoni numeri,
certo, ma sembra che ci sia ancora molta strada da fare per poter affermare
di vivere in uno Stato che sfrutta a dovere le potenzialità delle
tecnologie per snellire i processi burocratici.
Per la prima volta – e a livello sperimentale – nel nostro Paese sono stati
rilasciati a vista 700 passaporti in quattro giorni. È accaduto presso
lo stand della Polizia di Stato e questa è stata forse la novità
più significativa e tangibile dal punto di vista dei cittadini. Si
tratta in effetti di un piccolo servizio, se teniamo conto che, in pratica,
la Polizia ha attivato al Forum uno sportello decentrato per il rilascio
dei passaporti, ma la modalità in cui si è svolta l’iniziativa
è quella a cui si aspira che si adeguino tutti gli altri servizi
della Pubblica amministrazione: semplicità, velocità, unicità
di sportello.
Perché mettere in evidenza questo piccolo evento? Perché sembra
che qualcuno – benintenzionato, certo – abbia inavvertitamente messo indietro
il calendario, riportandoci a dieci anni fa, quando il pubblico correva
alla Fiera di Roma perché lì si distribuivano le carte d’identità
a vista. Stesso effetto, stesse scene, stesso dispiacere per quelli che
non hanno fatto in tempo.

Struscio o processione del Santo Patrono?
Intanto, nei padiglioni della fiera oltre 400 espositori hanno proposto
le loro più aggiornate soluzioni Ict spesso progettate e implementate
in funzione delle esigenze dell’acquirente pubblico, centrale o locale.
Il richiamo è stato forte e oltre 50mila visitatori, moltissimi dei
quali operatori del settore e dirigenti pubblici, si sono susseguiti in
un andirivieni che ha richiamato alla memoria lo struscio. In realtà
l’atmosfera era quella della festa, quando si aspetta che il Santo
Patrono venga portato in processione per le vie del centro. Solo che qui
non c’era nessun santo a cui votarsi, la ripresa è lenta, l’economia
asfittica, l’effetto maremoto seguito al crollo della new economy,
allo sconvolgente attacco terroristico dell’11 settembre, alla guerra
in Afghanistan e all’intervento in Iraq sembra inarrestabile e deprimente.
Inutilmente, nel corso delle cinque giornate di Roma 2003, il top management
delle imprese e gli amministratori degli enti
locali hanno atteso un piccolo, anche flebile, segnale di incoraggiamento
dal ministro per l’Innovazione, Lucio Stanca, e dai diversi
esponenti del governo che lo hanno affiancato nella kermesse.

Meno “e”, più “government”
È stato poi il ministro della Funzione Pubblica, Luigi Mazzella,
a dare l’indicazione politica più credibile e pragmatica: «Nella
società dell’informazione l’uomo deve restare al centro»
.
Inutile attendersi miracoli dall’Ict, le tecnologie «devono rappresentare
il mezzo, non il fine: solo da una Pubblica amministrazione dotata di dipendenti
efficienti può venir fuori una collettività bene organizzata».
Si dovrà quindi fare meno “e” e più “government” , ha proseguito
Mazzella, perché «l’elemento umano della Pubblica amministrazione
è essenziale»
. L’efficienza dei dipendenti, evidentemente,
deve significare anche un approccio diverso verso le tecnologie informatiche,
ancora poco considerate per le loro potenzialità.
Dopo questo intervento non segue nessun effetto-annuncio. Il ministro per

l’Innovazione può solo confermare che presto sarà emesso
un nuovo bando di gara (ma non dice quando), poi si lancia – eroicamente
– a ricordare gli obiettivi che il governo intende raggiungere entro il
2005, senza poter dire dove si troveranno i soldi necessari per attuare
i programmi che – spiace ricordarlo a Mazzella – hanno tutti le loro radici
in quella piccola “e” di cui lui dice che si dovrebbe fare a
meno.

Un piccolo miglioramento nelle classifiche europee
«Il Governo ha posto tra le sue priorità la trasformazione
della Pubblica amministrazione e della relazione tra i cittadini e lo Stato
proprio tramite le tecnologie digitali»
ha anche ricordato Stanca
sottolineando come, nonostante le difficoltà, l’ultima rilevazione
della Commissione Ue ha riconosciuto che l’Italia sta recuperando posizioni
ed è già passata dal dodicesimo al nono posto per qualità
e quantità dei servizi in rete. Ma la disponibilità di questi
servizi deve essere portata al più presto a conoscenza dei cittadini
anche grazie alla diffusione gratuita della nuova guida, una sorta di “pagine
gialle dei servizi on line” chiamate “Dalle code al clik” oggi reperibile
nel sito del ministero dell’Innovazione, nei principali uffici postali,
nelle 103 Camere di commercio, nelle 300 sedi di Unioncamere e nei comuni.

Per il resto è un continuo fare il punto sull’e-government, evidenziando
i passi avanti già compiuti, come per esempio il fatto che l’86%
dei dipendenti pubblici dispone di un pc, ma non si sa quanti di questi
lo sappiano usare nel modo più efficace, mentre nelle scuole c’è
un personal ogni 15 studenti. Ma da una ricerca svolta dal Consorzio
Mipa
(formato da Istat, Formez e alcune università) su un
campione di 11 amministrazioni emerge che in media gli enti pubblici impiegano
ancora dai 15 ai 30 giorni per rispondere ai reclami. Il problema è
poi se rispondono in modo esauriente. I giorni di attesa sono forse pochi,
se si pensa che dieci anni fa nessuno si sognava di dare cenni di risposta,
ma ancora troppi a fronte degli impegni assunti con le carte dei servizi.
Infine, dalle ricerche traspare che le amministrazioni sono orientate su
due modelli di gestione del reclamo (l’uno, centralizzato presso l’Urp,
l’altro decentrato sul servizio di competenza), che migliora la formazione
del personale e si fa sempre più spesso ricorso a tecnologie diversificate
(call center e Sms) superando la logica un po’ burocratica che affida alla
carta il compito di risolvere il dialogo con il cittadino.

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