Ugs indaga i bisogni dell’indotto

Manufatturiero o Automotive non importa: per restare competitive le aziende hanno bisogno di validi strumenti di Plm e di rivenditori che glieli propongano

Febbraio 2006, Una media azienda non ha esigenze "medie", ma equiparabili
a quelle di una grande multinazionale. Parte da qui Salvatore
Zito
, indirect sales channel manager di Ugs, software house texana
ben nota nel settore del Plm (Product lifecycle management) per esempio
per il suo SolidEdge, ora giunto alla versione 18. La considerazione di
Zito è presto spiegata: «Le grandi aziende delegano sempre
di più in outsourcing la realizzazione delle singole componenti
dei loro prodotti
– afferma il manager – e i loro fornitori sono
aziende di piccolo e medio calibro che, per sopravvivere, devono garantire
alta qualità ed affidabilità»
.

Ugs punta, dunque, al cosiddetto indotto, che non riguarda solo il mercato
Automobilistico, ma tutti i settori in cui si produce qualcosa di fisico.
Dal Manufatturiero alla Moda, dal Tessile al Retail, in cui si gestisce
l’immagine e si confezionano i prodotti. «Tutte queste realtà
– afferma Zito – non possono più fare a meno di una suite software
che permetta loro di controllare l’intero ciclo di vita del prodotto»
.

Una suite non impegnativa
Ugs, così, ha preparato la suite Velocity, un insieme di soluzioni
preconfigurate che integra Teamcenter Express, per la gestione collaborativa
delle informazioni relative al prodotto, Solid Edge per la progettazione
Cad in 3D e Femap per l’analisi e l’ingegnerizzazione (Cae). «Ma
non è necessario, anche se auspicabile, che un nostro cliente investa
nella suite completa
– afferma Zito –. I nostri prodotti, infatti,
sono indipendenti e si possono accostare a strumenti concorrenti già
installati»
.

L’esclusività, d’altronde, non è di questo mercato:
«L’indotto, in generale, ha bisogno di più prodotti installati
perché deve adeguarsi agli strumenti e alle procedure del committente

– prosegue Zito – che non è unico. Per lo stesso motivo, il
committente diventa un nostro alleato perché aiuta l’adozione dei
nostri software»
. Largo alle best practice è la prima
regola della nuova strategia di Ugs. La seconda è: «Entrare
in contatto con Var già skillati e presenti nei settori di interesse»

dichiara Zito.

L’intenzione
è di passare da 11 a circa 20 partner italiani nell’arco del 2006.
Il modello di Ugs non prevede il ricorso al distributore, i partner si
riferiscono direttamente alla filiale del nostro Paese. «Recluteremo
anche dealer che implementano gli Erp nei settori di nostro interesse

– conclude Zito –. Per esempio, siamo in contatto con Brain Force».

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