Tutto già detto. Tutto già sentito. Si parla dell’Inter? No, di Pmi

Difficile dire qualcosa di nuovo sul rapporto tra Ict e Pmi. Questione vitale, certo più dell’Inter, della quale da anni si dibatte senza trovare una soluzione. O senza saper scegliere tra le tante possibili almeno una da attuare.

18 marzo 2004 Il rapporto fra Pmi e Ict?
Ormai
è come la crisi dell’Inter.
Molto difficile da comprendere e da risolvere e
soprattutto rimane una questione sulla quale è difficile dire qualcosa di nuovo.

Proprio come per la squadra di Moratti, oggetto misterioso del calcio
italiano.
Ma se le vicende dei nerazzurri riguardano alla fine soprattutto
gli sfortunati tifosi interisti, il rapporto fra Pmi e Ict è una delle
questioni vitali di questo Paese anche se in molti, governo compreso con
l’eccezione del ministro Stanca, non l’hanno ancora capito.

Negli
anni di boom del mercato informatico le Pmi hanno sempre rappresentato una quota
di gran lunga inferiore rispetto alle grandi imprese.
E oggi che l’It è in
crisi hanno diminuito i loro investimenti.
Colpa della difficile situazione
economica, del fatto che di It le Pmi capiscono poco, che i vendor non sanno
spiegargli i vantaggi, che ci vogliono soluzioni e non prodotti e di tanti altri
fattori.
Tutte queste ragioni si ripetono di convegno in convegno (così come
ogni domenica si discute dei pessimi risultati della squadra di Zaccheroni)
senza riuscire a trovare una soluzione.
Anche se probabilmente qualcosa in
più si potrebbe fare.
Senza avere la presunzione di sfornare una ricetta,
basta riepilogare le tante possibili soluzioni proposte, che prevedono
sicuramente un intervento governativo magari anche con una
riproposizione della vecchia legge Sabatini
che secondo Bruno
Artom
di Netsystem “è stata una legge fantastica, che riuscì a far
fare un salto tecnologico alle piccole e medie aziende italiane. Le ha fatte
passare dai vecchi torni e dalle vecchie frese alle macchine a controllo
numerico
“.
Poi ci vorrebbe una decisa azione da parte di
Assinform nei confronti delle associazioni (Confindustria, Api)
senza che a nessuno venga in mente una campagna pubblicitaria tipo quella di
Arbore sulla birra tanto citata ma dagli scarsi risultati pratici.
E poi
venditori che propongano soluzioni con un linguaggio accessibile a imprenditori
che di It non sanno nulla puntanto l’accento (in termini molto pratici) sul
ritorno all’investimento. Grazie, ma queste cose le abbiamo già sentite direte
voi.
Appunto come succede per l’Inter.

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