Tutto come previsto. Apple si affida al Web e al G3

Nessuna sorpresa ha caratterizzato l’attesa giornata dei grandi annunci preannunciata dagli uomini di Cupertino e sottolineata dal volontario blocco di 24 ore del sito Web. Come anticipato nei giorni scorsi, la societa ha presentato un rinnovo di gamma,

Gli "annunci rivoluzionari" preannunciati da Apple nei giorni scorsi sono
arrivati e, per la verità, non hanno suscitato troppa sorpresa tra gli
addetti ai lavori, che già da qualche giorno avevano preannunciato (si
veda Linea EDP On Line del 10/11) un rinnovamento di gamma basato sui
processori PowerPc e l’allargamento dei sistemi di vendita al Web e
all’emergente logica del build to order. Più inatteso, forse, è stato
il tono aggressivo con il quale Steve Jobs, sempre Ceo in pectore della
società, ha accompagnato gli annunci. In questo, forse, si riassume il
messaggio del "pensiero differente" che sarà lo slogan dell’azienda per
il futuro marketing ed è simboleggiato da un’immagine che si lega a molti
personaggi ribelli e innovatori di questo secolo (Pablo Picasso, Albert
Einstein, John Lennon, Bob Dylan e Cassius Clay, fra gli altri).
Dietro una tornata di novità per molti versi "normale", si nasconde la
volontà dell’azienda di non temere il confronto con i leader di mercato,
le aziende che l’hanno inesorabilmente superata in questi anni. E così il
PowerMacintosh G3 a 266 MHz è stato messo a confronto con una
Professional Workstation 5100 di Compaq per evidenziarne le migliori
prestazioni e lo stesso è avvenuto per il Powerbook G3, uscito nettamente
vincente dal parallelo con il Versa della Nec e definito senza mezzi
termini "il notebook più potente del mondo". L’adozione del modello build
to order porta inevitabilmente al confronto con Dell, che su questa formula
e sulla vendita tutta diretta ha costruito la propria rapida fortuna. Apple
si fa forte della tecnologia di base del servizio, WebObjects, creata da
NeXt e poi rimpiazzata (per motivi politici, secondo Steve Jobs) da
un ambiente Microsoft. Su questo fondamento tecnologico e su un inevitabile
adeguamento della politica produttiva si basa il nuovo modello commerciale
della società, toccabile con mano all’Apple Store inaugurato sul sito
Web. Esso si affiancherà all’attuale rete di vendita indiretta e, stando
ai primi commenti dei vertici di Cupertino, non dovrebbe creare le
pericolose sovrapposizioni peraltro non da trascurare. In Italia ci vorrà
più tempo per una transizione negli Usa già iniziata. In Europa il
modello sarà introdotto, in versione localizzata nel linguaggio e nei
prezzi, a partire dalla prossima primavera, ma i rappresentanti nazionali
hanno chiarito che occorrerà studiare a fondo il nostro mercato e
tener conto della tradizione acquisita in questi anni, prima di partire con
novità di questo genere
.
I primi prodotti acquistabili via Web sono i nuovi modelli G3, un desktop,
un minitower e un laptop, disponibili in varie configurazioni e con diversi
livelli di periferiche aggiuntive. Il passaggio alla nuova categoria di
processori sarà graduale, ma totale nel corso del prossimo anno. I
prezzi, per ora, si mantengono alti, almeno per queste prime macchine. Si
parte, infatti, da 4,7 milioni di lire, per arrivare agli oltre 11 milioni
del Powerbook. Nulla di nuovo su questo fronte, insomma, così come sono
mancate, in questa sede, novità sulla poltrona, ancora vacante, di Ceo
(si parla della fine dell’anno per la scelta definitiva) e sull’ingresso
del capitale di partner come Oracle, di cui pure si era parlato nei giorni
scorsi. Apple sembra volerci provare, ancora una volta, con le proprie
forze, puntando come non mai sulla sbandierata supremazia tecnologica, su
alcuni mercati forti (education in testa) e sull’innegabile affetto degli
utenti.

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