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Trasformazione digitale, competenze e leadership in ritardo

Secondo Andrea Falleni, Amministratore delegato di Capgemini Italia, per trarre il massimo vantaggio dall’attuale scenario tecnologico, è necessario non solo che i leader aziendali investano in tecnologie, ma collaborino con i propri dipendenti per compiere passi avanti nel programma di trasformazione digitale, attribuendo la stessa importanza alla gestione del cambiamento e alla comprensione della tecnologia.

Per l’ad di Capgemini il panorama tecnologico è più complesso rispetto a quello di cinque anni fa: «Nuove tecnologie come intelligenza artificiale, machine learning, automazione e Internet of Things offrono alle imprese opportunità mai avute prima. Allo stesso tempo, per avere successo in questo contesto è fondamentale che le aziende sfruttino la propria capacità di adattare e integrare queste tecnologie all’interno dell’organizzazione».

Una ricerca del Digital Transformation Institute di Capgemini sottolinea infatti che solo poche aziende ritengono di avere le competenze digitali (39%) e di leadership (35%) necessarie per intraprendere un percorso di trasformazione digitale efficace.

Per il report sono stati intervistati 1.338 dirigenti di livello manageriale o superiore provenienti da 757 aziende. Il 71% delle imprese intervistate ha registrato ricavi superiori al miliardo di dollari nell’esercizio fiscale 2017. L’indagine a livello globale, si è svolta da aprile a maggio 2018

Il report “Understanding Digital Mastery Today: Why companies are struggling with their digital transformations” rivela che se da un lato le aziende hanno fatto passi in avanti nell’evoluzione della customer experience, dall’altro hanno difficoltà a trasformare le operazioni di back-end e a creare una forte cultura digitale, necessaria per coinvolgere i dipendenti nei programmi di trasformazione digitale.

Capgemini ha messo a confronto il report con lo studio del 2012 condotto da Capgemini Consulting e MIT Sloan (“The Digital Advantage: How Digital Peers Outperform Their Peers in Every Industry“).

Dalla nuova ricerca emerge che attualmente, nonostante gli ingenti investimenti in iniziative di trasformazione digitale, oltre 2.000 miliardi di dollari entro il 2021, le aziende sentono di non possedere le competenze di leadership adeguate rispetto a sei anni fa (45% nel 2012 rispetto al 35% nel 2018), ementre meno della metà dei partecipanti al sondaggio ritiene di avere ancora le giuste capacità digitali per proseguire il proprio percorso di trasformazione digitale (39% sia nel 2012 che nel 2018).

La customer experience non è tutto

Quando si parla di competenze digitali, le aziende hanno privilegiato la customer experience, facendo notevoli progressi in questo ambito. Ad esempio, il 43% delle società utilizza oggi i canali mobile per vendere prodotti e servizi rispetto al 23% del 2012.

Inoltre, quasi il 40% delle aziende sta migliorando la propria conoscenza dei mercati e dei clienti attraverso dispositivi incorporati nei prodotti, rispetto al 17% registrato nel 2012. Questo dato non sorprende, dato l’uso diffuso di canali e app mobile tra i consumatori e i progressi nelle tecnologie in ambito Internet of Things (IoT).

Tuttavia, solamente il 36% delle aziende ritiene di eccellere nell’ambito delle operation[2]. Se nel periodo 2012-2018 la percentuale di aziende che ha progettato digitalmente i propri prodotti ha registrato un leggero incremento (dal 38% al 40%), solo il 35% delle imprese effettua un monitoraggio dei processi in tempo reale (48% nel 2012).

Inoltre, solamente il 29% delle aziende modifica i propri processi operativi per adattarsi rapidamente alle sfide esterne (34% nel 2012) e molte società non forniscono ai propri dipendenti gli strumenti e le competenze attesi. Ad esempio, solo il 38% delle organizzazioni afferma che i propri dipendenti possono lavorare insieme utilizzando strumenti digitali, mentre solo il 33% delle stesse concorda sul fatto che le tecnologie digitali migliorano la comunicazione tra dirigenti e dipendenti (rispetto a quanto rilevato nel 2012, quando questi valori si attestavano rispettivamente al 70% e al 62%).

Con chi parla il CIO

Se nell’era digitale il rapporto tra il CIO e gli altri membri del team dirigenziale è fondamentale, sembra che la comunicazione tra loro sia discontinua. Nel 2012, il 65% delle aziende riteneva che il CIO e gli alti dirigenti avessero un’idea comune sul ruolo dell’IT all’interno della propria impresa, ma questa percentuale è calata al 37% nel 2018.

Inoltre, se nel 2012 il 59% degli intervistati riteneva che il CIO e i dirigenti senior condividessero l’idea di come l’IT poteva essere utilizzata per incrementare la produttività delle operation aziendali, oggi la percentuale è scesa al 35%. Sei anni fa, il 53% degli intervistati era d’accordo sul fatto che il CIO e i dirigenti aziendali avessero una visione comune delle priorità di investimento in IT, ma questa percentuale è calata nel 2018 a quota 36%. Il report afferma che questo decremento indica che l’ottimizzazione delle operation è ancora gestita in silos o che i leader aziendali non riescono a stare al passo con l’evoluzione in ambito IT, e per questo motivo stanno abbandonando i sistemi Shadow IT per prendere iniziative proprie.

Oltre alla sfida sul fronte della leadership il report rivela anche che le imprese non sono state in grado di creare la cultura adatta a favorire una trasformazione digitale di successo. Solo il 36% delle aziende, infatti, afferma che ciascun dipendente ha la possibilità di contribuire allo sviluppo di iniziative digitali – in calo rispetto al 49% nel 2012 – e solo il 38% dichiara di avere attuato un programma formale per il reskilling digitale del proprio organico. Inoltre, sempre più la direzione aziendale ha la necessità di trasmettere la propria vision sulla digital transformation ai dipendenti, ma attualmente solo il 36% delle società ritiene che dirigenti e manager condividano la stessa prospettiva in merito.

 

 

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