Trasformare il dato in conoscenza e strategie. L’approccio di Sas

In un recente convegno, la filiale italiana ha analizzato l’importanza per le aziende di elaborare nuovi progetti di business in base alle informazioni che possiedono su clienti, prodotti o effetti di campagne pubblicitarie. La valenza di strumenti di Analytical intelligence.

I dati che giacciono nelle diverse aree aziendali sono densi d’informazioni preziose, che riguardano i gusti e le preferenze della clientela, la qualità dei prodotti, gli effetti di campagne promozionali svolte e via dicendo. Questi dati diventano valore grazie all’Analytical intelligence che consente la loro manipolazione per compiere diversi tipi di analisi allo scopo di accrescere la competitività dell’azienda che li detiene.


Nel suo intervento di apertura del convegno “Sas i-days 2002”, Alessandro Zeigner, amministratore delegato di Sas in Italia, ha ribadito come sia di vitale importanza per le aziende sfruttare al meglio il proprio patrimonio informativo per mettere in atto nuove strategie. La chiave del successo di un’azienda, misurato dal ritorno sugli investimenti (Roi), è data dal capitale intellettuale, dai brain worker, i lavoratori al cervello dell’impresa aiutati, nel processo denominato Intelligence value chain, da soluzioni e tecnologie in grado di trasformare il dato, passo dopo passo, in conoscenza.


Secondo Zeigner, il valore del risultato della formula “dati x analytical intelligence = competitività”, presentata al convegno rappresenta il Roi e “Sas garantisce un elevato Roi attraverso le diverse soluzioni analitiche realizzate per ogni area aziendale, direzione generale, marketing e vendite, risorse umane, risk management, pianificazione e controllo, sistemi informativi“. A conferma di ciò sono stati citati alcuni esempi riguardo significativi ritorni sugli investimenti dall’utilizzo delle soluzioni Sas: Unicredito Italiano ha aumentato con il Crm il tasso di redemption delle campagne di marketing del 329% e il Roi complessivo del 375%; Nestlè Italia ha migliorato del 25% l’accuratezza delle previsioni e ha ridotto il surplus di scorte del 40% in termini di prodotti finiti e del 30% in termini di materiali di packaging. “Sas ha una cultura del dato e del numero iscritta nei propri cromosomi – ha sottolineato Zeigner – che non ha confronti sul mercato. Ed è in questo che ci sentiamo diversi da ogni altra azienda di software“.


La customer satisfaction di Sas è superiore di quasi 2 punti rispetto al punteggio medio (circa 7 su una scala da 1 a 10) dei suoi concorrenti secondo quanto emerso da un’indagine riguardante la percezione delle aziende italiane nei confronti della Business intelligence (Bi) condotta da NetConsulting e presentata dal suo amministratore delegato, Giancarlo Capitani. “Il mercato italiano della Bi che rientra nell’area software e servizi, ha riscontrato una crescita del 12,6% nel primo semestre del 2002: risultato molto positivo se rapportato a quello del mercato dell’informatica in genere, pari a una crescita quasi zero per lo stesso periodo – ha dichiarato Capitani -. Il 66% delle aziende intervistate, dai 500 dipendenti in su, ha realizzato o ha in corso un progetto di Bi. I promotori non sono solo le figure delle aree dei sistemi informativi e delle vendite e marketing, ma anche il top management e i responsabili delle altre funzioni. Solo il 55% degli investimenti proviene dal budget della funzione Ict“.


In base ai risultati dell’indagine l’azienda non è solo un bacino d’informazioni, ma è intesa anche come nodo di scambio delle stesse. Quelle considerate strategiche per il business sono: sui clienti (con un punteggio di 4,6 su 5); amministrativo-gestionale (4,4); sulle vendite (4,08); sugli indici economici (4,0); sull’efficienza dei processi produttivi (3,67); sui fornitori (3,38).


Per il top management le soluzioni di Bi sono utili, in particolar modo, nella definizione delle strategie di business e nel miglioramento della qualità delle informazioni. Il valore strategico della Bi si concretizza nei vantaggi offerti in termini di competitività, profittabilità, tempestività e capacità decisionale.


Know-how, funzionalità ampie e integrate, prezzi competitivi e forte specializzazione – ha sostenuto Capitani – sono i criteri di scelta dei fornitori. A essi si chiedono capacità di proporre soluzioni business oriented, tempi brevi di realizzo, rapidi ritorni sugli investimenti, competenze applicativo/funzionali e capacità di adattamento alle esigenze del cliente. La Bi non è solo tecnologia ma richiede un cambiamento culturale e organizzativo dell’azienda e il fornitore deve essere ben consapevole di ciò“.


Secondo Capitani i veterani della Bi sono le banche e la grande industria, seguite dalle telco e da alcune compagnie assicurative. Poi vi sono i cosiddetti new comer, cioè le utility, la grande distribuzione, la Pubblica amministrazione centrale e locale, e, infine, le medie aziende industriali del nord Italia. “Tra gli attori della Bi non vanno dimenticate le Pmi – ha concluso Zeigner durante la tavola rotonda -. Sas annovera tra i suoi clienti anche aziende di piccole e medie dimensioni alle quali Sas offre soluzione scalabili capaci di evolvere con il crescere dell’azienda e del business“.

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