Trade conference: l’open source e i partner

Durante la tavola rotonda si è discusso di modelli di business. Fra chi come Microsoft punta sulle licenze e chi come Linux preferisce i servizi

25 ottobre 2002 Sarà perché il tardo pomeriggio di venerdì non è il momento adatto per litigare su Linux, ma il fair play ha dominato la tavola rotonda sull’open source organizzata da 01net e Computer dealer & var a Smau. Microsoft, Oracle, Ibm, Sco RedHat, Suse, Sun e Icos hanno discusso di pregi e difetti del modello Microsoft e di quello legato a Linux e del rapporto dell’open source con i partner. Ne è venuta fuori una discussione pacata, senza sterili polemiche e che soprattutto ha cercato di mettere in risalto che che anche per Linux si deve parlare di modello di business e non di religione o ideologia. E proprio sul modello di business non basato sulle licenze ha appuntato le sue critiche Andrea Valboni di Microsoft secondo il quale l’abbandono della proprietà intellettuale potrebbe anche portare a una diminuzione della liquidità finanziaria del mercato. Ovviamente poco d’accordo è Giampaolo Amadori di Ibm che ha rivendicato l’importante ruolo avuto dalla sua società nello “sdoganamento” di Linux che rappresenta una grande opportunità per Indipendent software vendor e business partner. Lo dimostra anche il grande interesse che suscitano i road show organizzati da Ibm. Anche Riccardo Maiarelli di Icos ha certificato la maggiore attenzione del canale per il sistema operativo open source che per ora rimane escluso solo dalle soluzioni “critiche” 24×7 perché bisogna ancora risolvere i problemi legati alla fornitura dei servizi post vendita. Franco Roman di Sun si aspetta una grande innovazione sui desktop che si integreranno con sistemi di identificazione, mentre Enrico Proserpio di Oracle ha ricordato che oltre a Ibm anche Sun dal 1997 realizza prodotti che girano su Linux. La disputa con Microsoft si è però accesa, anche se con moderazione, quando Robert Loos di Suse Linux e Gabriele Paciucci di RedHat hanno ricordato che i soldi con Linux si fanno con i servizi che ai partner offrono anche margini maggiori delle licenze. Oggi Linux è una alternativa reale ha insistito Orlando Zanni di Sco, mentre Rossano Viveri di Microsoft ha difeso il modello di business legato alle licenze, anche perché sia Oracle sia Ibm di questo modello continuano a vivere. E che con Linux si possa vivere lo ha ricordato Loos che lavora in una società, Suse, sul mercato da dieci anni e che ha raggiunto la profittabilità. Risultati che testimoniano come sul mercato ci sia spazio anche per Linux che porta con sé un modello alternativo a Microsoft. Anche se, nonostante il fair play la lotta sarà molto dura.

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