Tra l’open source e le scuole c’è di mezzo Microsoft

Il Governo sembra ben disposto verso l’introduzione di Linux nelle scuole, ma Microsoft non ci sta e vuol dire la sua

24 giugno 2002 Tempi duri per Microsoft. Non bastavano i problemi di Xbox adesso c’è anche Linux che inizia a essere un pericolo molto reale non solo in ambito business. Il pinguino inizia a fare capolino nelle scuole e il governo, con il ministro Moratti in particolare, sembra essere molto ben disposto verso l’Open Source. La conferma arriva dalla memoria che la filiale italiana di Microsoft ha inviato alla commissione Istruzione del Senato. Nel documento la società spiega in dettaglio perché il software proprietario è meglio dell’Open Source.
Aldilà del contenuto del documento di Microsoft è importante il
gesto della società che esce allo scoperto e manifesta il timore che il software libero questa volta riesca ad avere partita vinta. La paura non è campata in aria. A Verona OpenOffice, la suite di applicazioni per la produttività basate sull’Open Source, sta per entrare nelle scuole della città. Grazie alla collaborazione fra il Csa (l’ex provveditorato agli studi) e la comunità OpenOffice.org le scuole veronesi aprono dunque la strada a uno dei nemici di Microsoft.
Un episodio? Mica tanto.
Alessandro Musumeci, consigliere del ministro della Pubblica istruzione Moratti per le politiche di innovazione tecnologica, a Ict Trade ha tenuto un intervento nel quale ha spiegato perché il ministero ritiene che l’Open Source sia particolarmente adatto al mondo dell’istruzione. Secondo il consigliere della Moratti software come Linux permettono agli studenti di “apprendere di più in quanto consentono di guardare dentro e capire meglio come funzionano i computer e i sistemi operativi”. Inoltre permette di “allargare le piattaforme di apprendimento degli studenti favorendo la formazione di competenze diversificate”. L’utilizzo di programmi del mondo Open Source offre poi il vantaggio di poter adoperare hardware non recentissimo che abbonda nel mondo della scuola. In questo modo si abbassano i costi complessivi delle dotazioni hardware e software e si elimina quasi completamente il pericolo dei virus. Berlusconi che apre all’Open Source. Chi l’avrebbe mai detto?

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