Toscana in testa, crescono le imprenditrici italiane

Con 14.688 realtà in rosa in più rispetto al 2010 e una netta preferenza per il settore dei servizi a persone e imprese, l’imprenditoria femminile censita da Unioncamere sale al 23,4% del totale delle imprese esistenti in Italia.

I dati diffusi dall’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere parlano da soli. Lo scorso marzo, nel nostro Paese, toscana in testa, le imprese femminili sono state 14.688 in più rispetto al medesimo periodo del 2010. Un aumento che, tradotto, corrisponde a una crescita su base annua pari all’1%, ben superiore allo 0,6% riportato dalla media del totale delle imprese censite.

Di poco distanziate dalla crescita del 2% riportata dalle realtà in rosa dalla già citata terra di Dante, anche le imprenditrici del Lazio si sono dimostrate dinamiche crescendo, insieme alle colleghe pugliesi, rispettivamente dell’1,9 e dell’1,7%.
Meno bene Lombardia e Campania che, con 340mila imprese, ospitano un quarto del totale delle realtà imprenditoriali al femminile del nostro Paese.

In queste due regioni, la crescita si è fermata a +0,9% nel primo caso e a +0,5% nel secondo, mentre in Molise, Basilicata e Valle d’Aosta, dove l’accentuata vocazione agricola fa sì che la presenza di imprese femminili sia relativamente più elevata, a fronte di un tasso di femminilizzazione rispettivamente del 30,1, del 27,7 e del 24,2%, si sono registrate riduzioni anche dell’1,1%.

Così, se con performance migliori al Sud, ad avanzare sono le forme d’impresa più strutturate, quali società di capitale e cooperative, con poco meno di 3mila imprese in più in dodici mesi, il settore più attraente per le neo-imprenditrici è quello delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione. In decremento, invece, agricoltura, silvicoltura e pesca e attività manifatturiere, a -5.225 e -591 unità.

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