Teradata va per industry

Pronte soluzioni per gestire la catena retail e per mappare dati manifatturieri.

Teradata ha da pochi mesi iniziato ad approcciare il settore manifatturiero. La sua esperienza, quindi, non e’ quella del veterano. Tuttavia, l’impegno profuso nello sviluppo di soluzioni ad hoc per questa industria sembra essere concreto.


Ne è riprova il rilascio di un software per la mappatura dei dati. Il tool, battezzato Manufacturing Logical Data Modeling (Mldm), viene rilasciato nella versione 3.0.


Si tratta di uno strumento che permette alle aziende di supportare tre aree critiche : il tracking degli ordini e della merce; il testing e la misura delle performance e, infine, la collezione dei dati logistici lungo tutta l’azienda.


Il pacchetto ha, pre-mappati, moltissimi modelli di dati tipici di questa industria da Sap R/3 e dovrebbe permettere agli utenti di ridurre sensibilmente i tempi e i costi per la costruzione di un data warehouse unico, di classe enterprise.


Mldm 3.0 permette di tracciare anche le etichette elettroniche e i tag Rfid, acquisendo e collezionando i dati relativi.


La società americana ha presentato anche la nuova release di Demand Chain Management, la 3.2.


Si tratta di una soluzione per la sincronizzazione dei rapporti di fornitura, che consente ai rivenditori di reagire prontamente alle variazioni della domanda.


La precedente versione prevedeva un rifornimento scaglionato mentre quella rilasciata ieri migliora sensibilmente le funzionalità di ottimizzazione degli ordini in virtù dell’integrazione con i moduli Load Builder e Capacity Planning.


Il primo ottimizza lo spazio sui mezzi che escono dai centri di distribuzione della merce per raggiungere i punti vendita, migliorando sensibilmente l’efficienza (e il costo) dei trasporti.


Il secondo analizza la capacità logistica e di flusso dei centri di distribuzione del rivenditore, rileva le soglie della capacità disponibile (determinando quando non sarà più in grado di soddisfare al domanda prevista) e offre le alternative ottimali.


Il rivenditore potrà, ad esempio, aumentare il flusso della catena di approvvigionamento per riuscire a soddisfare i picchi della domanda, oppure trasferire le scorte per rimanere entro i limiti della catena di approvigionamento.

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