Tempi duri per “quasi” tutti i Ceo della Silicon Valley

Da Ballmer a Gates, da Dell a Bezos. Sono solo alcuni dei top manager che hanno visto andare in fumo le proprie ricchezze legate all’andamento negativo del Nasdaq e del mercato in generale. Ma non a tutti le cose sono andate così male

Con ogni probabilità il 2000 passerà alla storia come l’annus orribilis. Almeno per gran parte dei protagonisti della New Economy che in un lasso di tempo pari a 12 mesi hanno visto andare letteralmente in fumo gran parte delle loro fortune.
È il caso del chiaccheratissimo, e nell’occhio del ciclone della giustizia americana, Bill Gates al quale l’andamento della Borsa di New York è costato qualcosa come 50 miliardi di dollari. O di Steve Ballmer, secondo in carica dopo Gates all’interno di Microsoft, che ha visto scendere da 27,9 a 11,2 miliardi di dollari il valore dei titoli posseduti.
Queste e altre sono solo alcune delle cifre rese note dall'”Osservatorio permanente della ricchezza dei Ceo”, aggiornato dal sito di news C.Net, che a cadenza periodica stila un rapporto sui paperoni, o ex tali, della Silicon Valley.
Al momento, i soggetti che occupano la seconda di queste categorie superano di gran lunga coloro che possono fregiarsi del titolo di “super ricchi”. Il crollo delle azioni non ha infatti risparmiato neanche Michael Dell e Jeff Bezos, rispettivamente fondatore e Ceo di Dell Computer e amministratore delegato di uno dei fenomeni “internettiani” per eccellenza, Amazon. Se il primo ha assistito al crollo delle sue stesse azioni – passate da 15,6 a 5,3 miliardi di dollari, perdendo il 66% del proprio valore iniziale -, il secondo ha visto la sua ricchezza ridursi del 78%.
Stando a C.Net la palma del più “povero” andrebbe però a David Wetherell, Ceo di Cmgi, società di investimenti e consulenza per le aziende che operano su Internet, che ha subito una perdita del 95%. All’inizio dell’anno le azioni che in Borsa valevano oltre due miliardi di dollari sono crollate a 100 milioni.
Ma non mancano le eccezioni. Larry Ellison, Ceo di Oracle, per esempio ha visto crescere il valore delle proprie azioni da 37 a 40 miliardi di lire, mentre Thomas Siebel, Ceo di Siebel Systems ha guadagnato 1,2 miliardi di dollari.

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