Telelavoro, avanti piano

Il lavoro “fuori ufficio”, tema di un recente progetto finanziato dall’Ue, apporta innegabili vantaggi, ma è ancora poco diffuso. Telecom Italia lo implementa per il servizio 12.

28 novembre 2002 Dagli anni 70 a oggi, numerosi studi e sperimentazioni hanno confermato l’idea che lo sviluppo di nuove forme di lavoro a distanza, basate sull’utilizzo di strumenti Ict, possa apportare significativi vantaggi. Lo conferma anche il recente progetto SusTel (Sustainable Teleworking) finanziato dalla Commissione Europea, che, per la prima volta, ha affrontato il tema del telelavoro nei tre ambiti della sostenibilità, economico, ambientale e sociale, in modo coordinato.
“Possiamo concludere che il telelavoro è sostenibile – afferma Peter James, coordinatore di SuStel -. I risultati mostrano che il rendimento personale migliora, che diminuisce l’assenteismo e che le aziende risparmiano riducendo gli spazi degli uffici. Al contempo, migliora la qualità della vita del lavoratore, e si riducono i trasporti, con un impatto positivo sull’ambiente”.

Malgrado gli innegabili vantaggi, di telelavoro se ne fa ancora troppo poco, soprattutto in Italia. Dati del 2000 rilevano circa 8 milioni di persone coinvolte nell’Unione Europea, pari al 6% della forza lavoro, 2 milioni in Giappone e 15 milioni negli Stati Uniti. In Italia sono circa 720mila, cioè il 4% del totale, mentre in Finlandia è coinvolto il 17% dei lavoratori, in Svezia e in Olanda il 15%.
Sono dati, questi che considerano tutte le declinazioni possibili del lavoro fuori ufficio e comprendono anche situazioni molto occasionali. C’è, quindi, ancora molto da fare. “Soprattutto nelle pmi – dice Giordano Curti, coordinatore dell’area telelavoro di Ifoa – la resistenza del management è un ostacolo forte. La cultura dominante è quella del cartellino e del controllo”.

Tuttavia, i casi di successo non mancano. Primo fra tutti quello di Telecom Italia, che consente agli operatori del call center di lavorare da casa. “I telelavoratori di Telecom Italia sono 550 – illustra Giovanni Antonucci, responsabile del servizio Info12 – e saranno 700 a fine 2003, su un totale di 2100 persone. I dati che abbiamo rilevato a ottobre mostrano un incremento di efficienza complessivo del 20%, e il 94% delle persone coinvolte si dichiara molto soddisfatto e mai tornerebbe in sala”.

Positiva anche l’esperienza di Ced Camera, che ha effettuato una sperimentazione su un set di professionalità diverse e medio-alte, consentendo ai dipendenti di restare a casa alcuni giorni al mese.

Un altro progetto significativo è quello realizzato a Castelnovo ne’ Monti, un paese montano a 40 Km da Reggio Emilia. E’ stato realizzato un telecentro, ovvero un luogo opportunamente attrezzato con tecnologie informatiche e di Tlc nel quale, da quattro anni, circa 20 persone del luogo effettuano il lavoro a distanza. L’obiettivo è quello di rivitalizzare e creare occupazione in aree soggette a fenomeni di pendolarismo e spopolamento.

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