Partita dalla protezione dell’endpoint, oggi ha il dato al centro del mirino. Parla Marco Riboli, Vice President e General Manager di Symantec Emea.

Il 2012 è un anno importante per Symantec, che proprio quest’anno raggiunge il traguardo dei 30 anni di attività.
30 anni che hanno segnato cambiamenti profondi per una azienda nata con un legame a doppio filo con il mondo degli antivirus e col tempo evoluta fino ad abbracciare una gamma sempre più ampia di servizi e soluzioni per le imprese.

Il senso del tempo passato ben lo dà Marco Riboli, Vice President e General Manager di Symantec Emea, che così racconta: ”Quando c’era Peter Norton, gli aggiornamenti antivirus venivano fatti ogni 3 o 4 mesi: oggi la ricerca avviene 27.000 volte al giorno. E questa è la differenza forse più eclatante dello stato delle cose 30 anni fa rispetto a oggi”.
In realtà, sottolinea il manager , in questi anni ben alte evoluzioni hanno interessato il mercato e l’evoluzione di Symantec è ”esemplificativa di quanto il dato sia diventato strategico. I dati sono informazioni, le informazioni generano business. Per questo l’obiettivo di Symantec oggi è garantire protezione per le persone e le informazioni”

Nella visione di Symantec, sicurezza oggi non significa inibire l’utilizzo di device o tecnologie, bensì renderli sicuri inserendoli in un concetto di global intelligent network.
”Nei primi quindici anni della storia di Symantec – racconta ancora Riboli – il focus era sulla protezione dell’endpoint. Erano gli anni degli antivirus per l’end user, utilizzati anche nelle imprese, ma sviluppati sempre con la medesima filosofia”.
L’approccio al mondo delle imprese è iniziato una ventina di anni fa, partendo dai firewall pensati per garantire protezione dagli attacchi provenienti dall’esterno.
Gradualmente si è cominciato a penare a come rendere sicura e disponibile l’informazione: ”La disponibilità del dato è diventata invece centrale con l’acquisizione di Veritas. Da quel momento è cambiato il paradigma per tutti, anche per i nostri competitor”.

Così, partendo dall’end point trenta anni fa, oggi il focus di Symantec si è allargato fino a ricoprire quattro aree chiave: la data explosion, le minacce vere e proprie, il cloud e la mobility.
Molto hanno fatto, in questi anni, anche le acquisizioni. ”Ad esempio fondamentale nell’ambito cloud è il contributo derivante d Messagelabs le cui tecnologie, integrate nei 10 datacenter disponibili per i nostri clienti, consentono di erogare servizi in cloud per il mondo delle imprese”.

In questo caso si parla di soluzioni per la gestione del private cloud, multipiattaforma erogate in un’ottica di utility computing.
”Nell’ambito della mobility, invece, importante è stata l’acquisizione di Nukona, che in una soluzione di mobile device management, consente di creare ambienti applicativi virtuali”.

Se sono cambiati i paradigmi, in questi trent’anni, sono cambiate anche le condizioni economiche che guidano le aziende nei loro investimenti.
”Sicuramente spiega Riboli – abbiamo notato un cambio drastico dall’inizio dell’anno solare nell’utilizzo dei budget”.
Se è vero che l’attenzione i costi c’è sempre stata, adesso è ancora più marcata. Soprattutto, sottolinea il manager, per molte aziende era fondamentale arrivare a metà anno con i conti in ordine: per questo molti investimenti sono stati spostati verso la seconda parte dell’anno.
”l nuovo approccio è tutto giocato sul farsi bastare ciò che si ha. Per questo anche noi abbiamo lavorato su una propositon che consenta economie di scala, risparmio sulle competenze, sulla manutenzione, sui costi ripetitivi, giocata sui contratti flex, di provisioning flessibile, con il vantaggio che scegliere le soluzioni Symantec non significa accontentarsi, ma fare una scelta di eccellenza su tutti i segmenti che copriamo”.

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