Surface, più di un tocco sul futuro

Il surface computing punta a modificare il modo in cui utilizziamo i pc in luoghi pubblici. Ne abbiamo parlato con gli esperti di Avanade.

Sul surface computing la ricerca e sviluppo di Microsoft si sta impegnando da tempo. Il lavoro di prototipizzazione si è ora tradotto in un oggetto su scala industriale, disponibile in Europa da marzo, utilizzabile per impostare un nuovo modo di fruizione pubblica delle informazioni.

Per comprenderne la valenza è necessario uscire subito da un equivoco: sarebbe sbagliato, infatti, intenderlo come un sistema di touch computing.

Uno schermo toccabile si limita a riconoscere un dito o una penna. Non riconosce, come invece accade per il surface computing, oggetti, anche non tecnologici, come un bicchiere, o codici.

Nel surface computing, poi, conta l’orientamento della superficie, mentre i touchscreen non riconoscono l’orientamento del dito.

Ancora: il surface computing è multi-tocco e multi-utente, ossia consente l’utilizzo della stessa piattaforma da più utenti in contemporanea.

Qualcosa di veramente nuovo, dunque, che Microsoft punta a far diventare di uso comune nel giro di due anni, anche abbattendo i costi di acquisto e di implementazione.

Ne abbiamo parlato con due esperti di Avanade, Roberto Chinelli Cto a Milano, e Fabio Chiodini, Cto a Firenze.

Avanade, in quanto system integrator legato a Microsoft, ha approntato una demo room presso la sede milanese, che abbiamo visitato, dove mostra le capacità della nuova piattaforma ai potenziali utenti.

Di seguito, la sintesi di alcune istanze che abbiamo affrontato con i due Cto.

Quali sono le frontiere di sviluppo?

Surface può affrontare nuovi paradigmi rispetto al mondo Web. Per esempio, non serve utilizzarvi applicazioni, per quanto ergonomiche, nate per il funzionamento con un mouse. Serve, invece, applicare un nuovo paradigma, utilizzando la Surface natural user interface. Lo scopo del nuovo modo di programmare deve essere di nascondere le complessità, far dimenticare che sotto la macchina esistono fili, collegamenti, ma rappresentare con immediatezza la realtà. Il dispositivo, cioè, deve essere inteso come un mezzo, non come un terminale.

Come si attua questo cambio di logica?

Tutti gli oggetti hanno insita una semantica comportamentale. Per esempio, una palla rotola, un foglio si presta a essere scritto. Si tratta di inserire questa semantica nello sviluppo software, per far interagire ciò che è fisico con ciò che è virtuale. E, soprattutto, non bisogna pensare immediatamente all’uso su Web, come ormai capita con pressoché qualunque applicazione.

Le applicazioni esistenti vanno ripensate?

Il back end non si tocca, il transazionale resta sempre valido. Va ripensata, invece, l’interfaccia, va rivista la logica di front-end. Per fare un parallelo, bisogna entrare in quel piano logico che caratterizzò lo sviluppo software con l’introduzione del mouse.

Che competenze tecniche servono? Sta nascendo una nuova professionalità nel campo del software?

Conoscendo Windows Presentation Foundation si hanno gli strumenti utili. E poi ci vuole immaginazione e attitudine al design. Sotto certi aspetti si va oltre la tecnologia. Surface è uno strumento che libera la creatività. Finora la usability, spesso tanto decantata, è stata invece trascurata. Il fatto che la piattaforma non sia per il singolo utente, come il Web, ma per molti, spinge già in un’altra dimensione di sviluppo. Pensare a un’applicazione per Surface significa abbandonare la logica del double-click, che serve solo a chi ha il mouse. L’applicazione risultante, poi, non deve richiedere formazione, deve arrivare sul mercato perfetta, ossia deve poter essere utilizzata subito.

Quali aziende potrebbero essere interessate a Surface?

Surface può trovare applicazione nei mondi finanziario, moda, trasporti, Pubblica amministrazione, ospitalità, automotive.

Come cambia l’attività del system integrator?

Surface modifica le relazioni abituali. Non è uno strumento di scelta diretta del Cio, che oggi si deve occupare di altre incombenze, come il contenimento dei costi. È un oggetto che va presentato a chi decide il futuro business, ossia all’Ad, che può poi indirizzare al Cio la sua scelta. La metodologia di progetto cambia, i tempi di accorciano e le reiterazioni si moltiplicano. Fare un progetto su SC implica la possibilità di correggere costantemente la direzione di sviluppo. Sotto certi aspetti è anche più divertente creare un progetto per il surface computing. È palpabile il concetto di agilità, la ri-ciclizzazione è continua. Non si procede per milestone. Insomma, gioca di più la creatività, e se ne trae maggiore soddisfazione.

Quali e quanti sono gli scenari di applicabilità?

Ne esistono quattro.

Attraction: catturare l’attenzione all’utilizzo. Qui siamo nel campo del marketing, per politiche di branding.

Discussion: è la metafora della scrivania condivisa, per il rapporto uno a molti, o, preferibilmente, molti a molti.

Self service: metafora della scrivania personale, con cui tenere tutte le relazioni con il proprio mondo di relazione.

Presentation/navigation: qui predomina il concetto di ergonomia, per la navigabilità delle informazioni.

Che caratteristiche ha il dispositivo?

Per ora Surface è solo flat screen con posizionamento terrestre. È prevista un’evoluzione a muro, che segue i tempi dell’adattamento della tecnologia di rilevamento, basata su telecamere. Sotto lo schermo, difatti, sono posizionate cinque telecamere a infrarossi che interpolano il segnale, un rifrattore, un computer con Windows Vista Pro e con le applicazioni. In questo modo lo schermo riconosce tutti gli oggetti, tranne quelli trasparenti e le unghie.

Il business su Surface è sviluppato anche da altri integratori. Insieme ad Avanade stessa, Accenture ha annunciato il lancio della prima applicazione showcase di vendita e sta lavorando allo sviluppo di progetti nel settore ospitalità, intrattenimento e Tlc. Reply utilizza Surface per la definizione di nuove strategie di Crm. Dispone già di un’applicazione per i settori fashion e retail che, come un commesso virtuale, indirizza il cliente nell’acquisto del prodotto.
E anche S5 Lab ha lavorato su Surface per creare una nuova esperienza nel punto vendita.

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