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Surf The Change Tour: è ora della responsabilità digitale

Di fronte a una platea di 350 persone la tavola rotonda del Surf The Change Tour dedicata alla trasformazione digitale ha messo in chiaro che la concretezza deve essere spinta e sostenuta da un senso di responsabilità di rispetto del ruolo, sia che si parli di professionisti, sia di imprenditori.

È il tema che più ha scaldato una platea (ripetuti gli applausi) evidentemente convinta a ricevere e attuare gli stimoli alla trasformazione digitale, ma anche consapevole che da solo, l’imprenditore o il professionista, non può fare nulla.

Necessario fare sistema, aprire una catena del valore in cui tutti i componenti si fanno carico di un compito responsabile nei confronti degli altri elementi e lo realizzano.

Tematiche comuni all’ambito industriale e professionale: dematerializzazione, fatturazione digitale, processi aziendali che cambiano. In questo la catena del valore parte dalle incombennze quotidiane e arriva sino al concetto più complesso di produzione.

Raffaele Cognetta di Leonardo, che è partner di TeamSystem in ambito di Industria 4.0 ha centrato proprio sull’instaurazione di una catena del valore con la fornitura il senso della trasformazione digitale. Industria 4.0 non è un prodotto, è una progettualità di lungo periodo, che si implementa con strumenti, come l’analisi predittiva, che consentono di incarnare quella responsabilità di filiera che occorre.

Sono stati chiari i richiami di Andrea Cortellazzo di Menocarta ai singoli professionisti ad avere un’impronta netta e responsabile verso il digitale, nei propri confronti e dei propri clienti. Essere digitali quando la fattura elettronica, per legge, andrà a regime di obbligatorietà entro 15 mesi sarà forse anche tardi. Serve fare un un cambiamento radicale adesso.

Enrico Causero di Teamsystem ha fatto capire con esempi che si percepisce una necessità diffusa di digitalizzazione, in conseguenza di fattori esogeni, nell’ambito economico, ma anche sociale. Studio professionale, nuove partite Iva, nuove e vecchie piccole imprese hanno oggi tutti gli strumenti per essere digitali da subito. Un passo alla volta, ma da subito, grazie al cloud.

Un cloud sicuro innanzitutto, come ha spiegato Angelo Bilardo di Microsoft. L’evoluzione digitale del cloud consente di arrivare sia a tecnologie altrimenti non accessibili, ma anche a mettere al sicuro il patrimonio aziendale, che è il dato. E nel cloud il dato è sicuro perché nei datacenter che realizzano società come Micrsoft ci sono tutte le tecnologie di protezione che un’azienda singolarmente non potrebbe permettersi.

A tale proposito, l’imprenditore e il professionista hanno a disposizione strumenti per finanziare la propria trasformazione digitale che secondo Mattia Bocchini di Sida vanno messi a sistema, creando un piano strutturale a medio termine (12 mesi) e non ricorrendovi in modalità saltuaria.E teniamo conto che per l’accesso ai fondj europei il professionista è stato equiparato alla microimpresa. Quindi non ci sono limitazioni per l’accesso a iniziative come i Voucher digitali, che saranno accessibili a inizio 2018.

Anche Pierluigi Ferrari di Teamsystem rivolgendosi alle aziende del manufacturing, ha fatto un richiamo alla responsabilità, o se vogliamo alla consapevolezza dell’essere imprenditore oggi. Avere un nuovo macchinario congruente con il piano Industria 4.0 conta poco. Serve piuttosto avere un’idea di impresa 4.0 completa, totalmente digitale perché è solo così che può garantirsi la profittabilità nel futuro.

 

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